In forte aumento anche le accise: +35,7% per quella sul gas naturale per combustione. Gettito complessivo a quota 188,7 miliardi
Un vero e proprio boom. Si consolida l’extragettito per il Fisco a causa del caro energia. Il dato più lampante arriva dall’Iva all’importazione che nel periodo compreso da gennaio a maggio 2022 registra un incremento di quasi 3,3 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un risultato che, come chiarisce espressamente il ministero dell’Economia nella nota di accompagnamento, «è legato, in larga parte, all’andamento del prezzo del petrolio che è risultato in crescita».
La tendenza, come confermano anche le altre voci del bollettino delle entrate tributarie, si riflette anche sulle accise relative ai prodotti energetici. Tanto per fare un esempio l’accisa sul gas naturale per combustione ha riportato nei primi cinque mesi dell’anno un incremento del 35,7% arrivando a superare quota 1,7 miliardi. Anche se si guarda allo specifico del mese di maggio, la riduzione delle accise sui carburanti e non solo ha comportato la contrazione del gettito, in particolare dell’imposta di consumo sul gas metano e dell’imposta di fabbricazione sugli oli minerali.
Entrate complessive a quota 188,7 miliardi
Nel complesso le entrate tributarie hanno raggiunto 188,7 miliardi con una crescita del 10,9% (ossia circa 18,6 miliardi in più rispetto ai primi cinque mesi 2021). Un risultato su cui incide anche la ripresa dei versamenti sospesi nel pieno dell’emergenza Covid.
Sul fronte delle imposte indirette, non c’è solo la “fiammata” dell’Iva sulle importazioni. Anche l’imposta sul valore aggiunto sugli scambi interni registra una dinamica al rialzo anche se più contenuta (+15,1%), attestandosi poco al di sotto dei 53 miliardi di euro. E qui si impone una riflessione sull’attuale congiuntura economica. Sulla crescita del gettito pesano gli «effetti dell’incremento dei prezzi al consumo», in pratica la spinta dell’inflazione produce maggiori “introiti” Iva per l’Erario.
Aumenti del gettito per l’imposta di bollo e di registro
Come sottolineano anche dal ministero dell’Economia, tra le altre imposte indirette hanno registrato andamenti positivi l’imposta di bollo (aumenta di 678 milioni di euro pari a un +21,2%) e l’imposta di registro (l’incremento è di 243 milioni di euro corrispondente a un +11,9%). Sul bollo l’aumento è attribuibile alle novità introdotte dal collegato fiscale alla manovra 2022, che ha modificato la tempistica di versamento delle rate nei primi mesi dell’anno per alcune categorie di contribuenti, come poste, banche e finanziarie.
Sul versante delle imposte dirette, oltre all’incremento dell’Irpef di 1,8 miliardi va segnalato l’aumento di gettito per l’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze (1,3 miliardi in più corrispondenti a una crescita del 156,4%) per effetto dell’andamento favorevole del mercato del risparmio gestito nel 2021. Cresce di un miliardo l’imposta sostitutiva sul valore attivo fondi pensione (+102,7%) grazie all’andamento delle posizioni presso le forme pensionistiche complementari a fine 2021 rispetto al 2020 e ai rendimenti.
Crescono anche le entrate da giochi e lotterie
In ripresa anche le entrate relative al settore dei giochi, che si attestano a 6 miliardi con una crescita rispetto allo stesso periodo 2021 di quasi 1,6 miliardi.
Dopo le sospensioni disposte dalla pandemia, ripartono anche le entrate tributarie erariali da accertamento e controllo: sul risultato di poco superiore a cinque miliardi pesa un aumento di oltre 2 miliardi (ma il confronto con il 2021 non è omogeneo perché sulle cartelle la moratoria è durata fino al 31 agosto).