Fonte: La Repubblica

di Luca Pagni

E’ la prima volta che avviene: i prezzi offerti per i nuovi impianti assegnati nel mare del Nord sono inferiori a quanto pagheranno i cittadini britannici per l’elettricità prodotta nella nuova centrale atomica di Hinkley Point

Per i sostenitori delle energie rinnovabili non ci sono dubbi: è la prova definitiva dell’irreversibilità della rivoluzione che in campo energetico sta mandando in fuorigioco le energie tradizionali. Lo dimostra la notizia apparsa sulla stampa inglese in settimana: per la prima volta, il prezzo dell’energia prodotta dai prossimi impianti eolici che verranno realizzati al largo delle coste britanniche è inferiore ai costi per la produzione di energia dagli impianti nucleari di prossima costruzione.
Lo rivelano le ultime gare assegnate in Inghilterra per la costruzione di centrali off shore: per gli impianti che entreranno in funzione nel biennio 2010-21, il costo dell’energia sarà di 74,75 sterline per megawattora, mentre per quelli del biennio 2022-23 si scende ancora: i contratti di fornitura sono stati assegnati a chi ha offerto 57.50 sterline  per megawattora. Tutto questo contrapposto a quanto i cittadini inglesi pagheranno per la fornitura di energia dell’impianto nucleare di Hinkley Point, la cui costruzione il governo inglese ha assegnato all’utility francese Edf: in questo caso l’energia verrà ritirata a un prezzo pari a 92.50 sterline.
Vista la longevità di un impianto atomico, le associazioni ambientaliste e i produttori di rinnovabili hanno subito fatto notare come i costi degli impianti eolici sono destinati a scendere ancora e di conseguenza anche i costi dell’energia prodotta. In particolare, negli ultimi anni grazie a turbine sempre più potenti e cavi di trasmissione sempre più efficienti. Per non parlare dell’altezza dei pali, destinata a salire per catturare il vento, laddove soffia più forte. La lobby dell’atomo, invece, si è affrettata a ricordare come l’energia prodotta dal vento sia per sua natura intermittente e le centrali nucleari serviranno per mantenere il sistema in equilibrio. In pratica, per evitare i black out.
Protagonista della rivoluzione “verde” è sicuramente la società danese Dong: il prezzo più basso offerto è stato il suo, grazie al progetto Hornsea 2, destinato a diventare il più grande parco eolico off shore del mondo. Sorgerà a 89 chilometri dalla costa dello Yorkshire e avrà una capacità di 1.386 megawatt, sufficienti ad alimentare 1,3 milioni di utenze domestiche per 25 anni. Ha battuto un record che apparteneva sempre alla stessa Dong e sempre al largo delle coste inglesi: si tratta del progetto Hornsea 1.
La discesa dei prezzi non è solo britannica. In Germania, sono stati assegnati i primi impianti senza incentivi a favore dei produttori. Anche se va detto che le nuove regole approvate nelle gare tedesche prevedono che il corto degli impianti di trasmissione non sia a carico dei produttori, a differenza dell’Inghilterra.
Del resto, l’energia eolica è sempre più la prima fonte di energia rinnovabile in tutta Europa. Pochi giorni fa è stato battuto un nuovo record: i parchi eolici, sia sulla terraferma che in mezzo al mare, sono arrivati a coprire il 20% della domanda di energia dell’Unione europea.

A.N.D.E.
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