21 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Orsola Viva

Nell’ultima tornata di finanziamenti europei, i cervelli nostrani si aggiudicano il doppio delle borse dell’anno scorso. Siamo terzi, dietro a tedeschi e francesi ma solo 17 ricercatori su 43 conducono le loro ricerche nel nostro Paese. I laboratori più attraenti? Inglesi, tedeschi e francesi


Gli italiani raddoppiano (ma non l’Italia)
Nuova tornata di finanziamenti europei per la ricerca, ennesimo amaro trionfo dei cervelli italiani. Sono 43 i giovani scienziati italiani che hanno ottenuto dal Consiglio europeo per la ricerca fino a un milione e mezzo di euro per portare avanti i propri progetti. Meglio di noi fanno solo i francesi e i tedeschi. Peccato che quasi due su tre prestino il proprio lavoro e la propria intelligenza a laboratori stranieri.

Solo due ricercatori stranieri
Rispetto all’anno scorso i ricercatori junior vincitori di una borsa sono addirittura raddoppiati (nel 2016 erano 22). Ma non aumentano i ricercatori stranieri che vengono a fare le loro ricerche da noi: due erano e due restano. Un indicatore evidente della scarsa attrattività dei nostri laboratori. Dato non sorprendente vista la cronica penuria di investimenti in Ricerca e Sviluppo: 1,38 % del Pil contro il 2 per cento di media Ue (dati Istat), anche se – come ha fatto notare la senatrice a vita Elena Cattaneo – va registrata come molto positiva la notizia dei 400 milioni che la ministra Valeria Fedeli è riuscita a recuperare per la ricerca di base, stornandoli in parte dal cosiddetto tesoretto dell’Iit di Genova, in parte da altre voci di spesa.

Tutti a Londra: per quanto ancora?
I tre grandi poli d’attrazione sono sempre gli stessi: Regno Unito, Germania e Francia. Quest’anno i laboratori inglesi hanno fatto l’en plein: 79 borse su 406, una su 5, ma più della metà è in capo a ricercatori stranieri, soprattutto europei. Di qui l’allarme lanciato a più riprese dal mondo accademico che teme pesanti contraccolpi per il sistema universitario nel suo complesso che frutta al Paese 73 miliardi di sterline anche grazie al contributo di 25 mila docenti e ricercatori comunitari.

Il record delle ragazze
Se si guarda alla ripartizione per genere, l’Italia spunta un altro record: le nostre giovani ricercatrici battono le francesi e tallonano le tedesche quanto a numero di borse, ma più ancora dei colleghi maschi tendono a far le valigie, tanto più dal momento che il sistema accademico italiano è ancora fortemente penalizzante per le donne che sono quasi la metà dei ricercatori (46,6% dati Anvur) ma poco più di un terzo dei professori associati (36,5%) e solo un quinto degli ordinari (21,6%).

Il record delle ragazze
Se si guarda alla ripartizione per genere, l’Italia spunta un altro record: le nostre giovani ricercatrici battono le francesi e tallonano le tedesche quanto a numero di borse, ma più ancora dei colleghi maschi tendono a far le valigie, tanto più dal momento che il sistema accademico italiano è ancora fortemente penalizzante per le donne che sono quasi la metà dei ricercatori (46,6% dati Anvur) ma poco più di un terzo dei professori associati (36,5%) e solo un quinto degli ordinari (21,6%).

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