Più anziani, poveri e meno istruiti: il profilo emerge dall’analisi dei dati socio-economici dei Comuni con astensione oltre il 60% nel 2019 e 2022

I territori più fertili per il “partito del non voto”, che minaccia anche le elezioni europee del prossimo 8 e 9 giugno, si distinguono – rispetto alle medie nazionali – per una minore incidenza di laureati, una disoccupazione più elevata, una maggiore incidenza di lavoratori nell’agricoltura e attività estrattiva (settore primario), un reddito medio inferiore e, infine, un’indice di vecchiaia più marcato.
L’identikit degli elettori non votanti emerge dall’analisi dei dati demografici e socio-economici correlati all’astensionismo: la fotografia dei Comuni italiani dove il 60% degli aventi diritto non si è recato alle urne negli ultimi due grandi appuntamenti elettorali (europee 2019 e politiche 2022) mette in luce dove è più facile che il fenomeno metta radici.

A.N.D.E.
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