Fonte: La Repubblica
di Raffaele Ricciardi
Seduta di rialzi sulle Borse asiatiche, incerta l’Europa. La divisa unica si rafforza sopra quota 1,2 nei confronti del dollaro. Sale il manifatturiero europeo, leggero calo in Italia. Il petrolio corre per le tensioni in Iran
Dopo il 2017 a leve spiegate, i mercati europei ripartono all’insegna dell’ottimismo nel nuovo anno. Le giornate sono ancora caratterizzate dal clima festivo, che porta le Borse del Vecchio continente a inaugurare gli scambi con cautela, ma in Asia sono arrivati nuovi record e nelle sale operative in genere si prevede il prosieguo della fase positiva per gli indici. Milano gira intanto in rosso dello 0,25% e si allinea al resto d’Europa: segna intanto un progresso dello 0,2%, Londra lima lo 0,3%, Parigi lo 0,4% e Francoforte lo 0,7%.
L’euro si prende le luci della ribalta rafforzandosi sopra quota 1,20 dollari: toccando 1,2046 dollari supera il livello di 1,2045 segnato il 2 gennaio 2015 e stampa così il record da tre anni. Prosegue dunque il trend di indebolimento del dollaro che ha portato il biglietto verde a segnare il peggior anno, lo scorso, da oltre un decennio. Lo spread tra Btp e Bund apre in leggero calo a 156,3 punti con un rendimento di poco sceso sotto il 2% (1,998%).
Come ricordano gli analisti di Intesa Sanpaolo nella loro nota mattutina, la settimana sarà densa di informazioni importanti negli Usa (indici Ism, rapporto sul lavoro, verbali della riunione della Fed) mentre nell’area euro il focus sarà sull’inflazione di dicembre in uscita il 5 gennaio. L’aspettativa è che i dati confermino il trend di crescita forte e inflazione moderata su entrambi i lati dell’Atlantico. In attesa di queste rilevazioni, i dati dell’indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona mostrano una situazione di solida crescita: l’indicatore di dicembre è salito a 60,6 punti, ben oltre la soglia (50 punti) che separa la contrazione dall’espansione economica. Bene Francia e Germania, leggero calo per l’Italia con il Pmi sceso da 58,3 a 57,4 punti, ma sempre ai massimi dal 2011.
Occhi puntati anche sul comparto automobilistico, con la pubblicazione delle vendite italiane di dicembre.
Come accennato, le Borse asiatiche hanno inaugurato l’anno in rialzo, dopo il rally del 30% del 2017 che ha rapprentato il miglior rendimento annuale in otto anni. Gli investitori guardano con fiducia alle prospettive di stabilità della Cina. Proprio nella prima economia asiatica, l’indice Pmi sul manifatturiero ha registrato una forte crescita a dicembre, portandosi a 51,5 punti, in aumento rispetto al 50,80 registrato a novembre. Si tratta del più alto livello registrato negli ultimi quattro mesi: ogni rilevazione sopra quota 50 punti indica una espansione economica. A mercati ancora aperti, corre Hong Kong in rialzo dell’1,9%. I dati sul manifatturiero spingono Shanghai che chiude in rialzo dell’1,24%, Shenzhen in linea con +1,05%. Chiuse per festività le Borse di Giappone, Nuova Zelanda e Tailandia ma ciò non ha impedito all’indice Msci Asia Pacific di segnare il nuovo record.
Wall Street è reduce dall’ultima seduta del 2017 in calo, ma non ha comunque scalfito un anno brillante: per l’S&P 500 è stato il migliore dal 2013 grazie a un +19% complessivo. A fare da traino è stato il settore tecnologico, con un +37,5%: il migliore tra gli 11 in cui è suddiviso il listino americano benchamark. Il Dow Jones ha guadagnato da inizio anno poco più del 25% e il Nasdaq ha aggiunto il 27,6%.
Il petrolio è in rialzo a 60,65 dollari per il barile Wti e a 67,22 dollari per il Brent. A far salire i prezzi dell’oro nero, dicono nelle sale operative, sono anche le violente proteste che stanno agitando l’Iran. Oro in rialzo sui mercati asiatici a 1.309,49 dollari segnando un progresso dello 0,53%.