22 Febbraio 2025

Il presidente francese «bypassa» la macchina di Bruxelles. All’Eliseo ci sarà Meloni: presenti anche i capi di Ue e Nato. Sul tavolo gli attacchi dagli Usa e il nodo Ucraina

 più importanti leader europei si incontrano oggi pomeriggio all’Eliseo per una «riunione informale» su iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron. «Riteniamo che, a seguito dell’accelerazione sulla questione ucraina e anche a seguito di quanto affermato dai leader americani, gli europei debbano fare di più, meglio e con maggiore coerenza per la nostra sicurezza collettiva», ha detto in serata un consigliere dell’Eliseo, ribadendo il cuore della questione: il destino degli ucraini e quello dell’Unione europea sono legati, se gli Stati Uniti abbandonano l’Ucraina alla Russia, altri Paesi europei — stavolta Ue — rischiano di essere invasi da Putin.<
La telefonata «produttiva» fra Trump e Putin mercoledì scorso; le violente critiche mosse all’Europa dal vicepresidente americano JD Vance venerdì alla conferenza di Monaco; infine, il prossimo avvio in Arabia saudita dei negoziati bilaterali tra Usa e Russia sulla pelle degli ucraini e alle spalle degli europei, costituiscono una scossa per l’Europa, che si ritrova a doversi opporre alla visione imperiale di Putin senza più contare sul sostegno ideale e militare degli Stati Uniti.
Macron ha invitato i capi di governo dei Paesi dell’Ue in prima linea — l’italiana Giorgia Meloni, il tedesco Olaf Scholz, il polacco Donald Tusk, lo spagnolo Pedro Sanchez, l’olandese Dick Schoof, la danese Mette Frederiksen — più la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo António Costa, e ancora il premier britannico Keir Starmer e il segretario della Nato Mark Rutte, un gruppo ristretto per lavori «che potranno poi prolungarsi in altri formati — dice l’Eliseo — e riunire l’insieme dei partner interessati alla pace e alla sicurezza in Europa».
Gli inviti li ha fatti Macron, perché non c’è tempo per affidarsi a Ursula von der Leyen e alle lente concertazioni di Bruxelles: di fronte all’«accelerazione» impressa dall’amministrazione americana, bisogna fare presto e il presidente francese è oggettivamente quello che in questi anni ha continuato a predicare ai partner la necessità di una «autonomia strategica» dagli Stati Uniti, è il leader che sin dal 2019 ha lamentato lo stato di «morte cerebrale» della Nato in seguito al disimpegno americano, e che ancora pochi giorni fa in un’intervista al Financial Times ha riassunto così il radicale cambio di scenario mondiale: le parole di Trump sono «un elettrochoc per gli europei, che pensavano ancora di potere vivere con il mercato cinese come sbocco, l’ombrello americano per la sicurezza, e il gas russo a basso costo per potere produrre. Potete scordarvi tutte e tre le cose».
Una frecciata diretta soprattutto alla Germania, che ha fondato la sua prosperità economica su quel modello e che adesso infatti si trova in crisi. In questi mesi il cancelliere Scholz è stato tra i più timidi nel seguire Macron e la sua voglia di autonomia europea, i rapporti tra Parigi e Berlino sono stati raramente così difficili, ma l’arroganza di JD Vance a Monaco sembra avere convinto la classe dirigente tedesca a cambiare linea, anche se a Berlino tutto si deciderà dopo le elezioni di domenica e la formazione di un nuovo governo.
È importante poi la presenza del premier britannico: Starmer si sta riavvicinando alla Ue, chiede un maggior ruolo per l’Europa nella Nato e dovrebbe annunciare un aumento delle spese militari, prima di andare a Washington da Trump nel corso della settimana.
A Parigi si discuterà di come l’Europa possa garantire un eventuale cessate il fuoco in Ucraina: l’idea di mandare soldati, di cui hanno già discusso Starmer e Macron un mese fa, resta sul tavolo, anche se ieri il ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski ha già chiarito che la Polonia non farebbe parte della missione di peacekeeping. Poi si parlerà di aumentare finalmente i contributi dei Paesi Ue alla difesa, poche ore dopo che il presidente ucraino Zelensky in un’intervista alla Nbc ha previsto che «la Russia attaccherà la Nato».

CHI CI SARA’
Emmanuel Macron (Francia)
Giorgia Meloni (Italia)
Olaf Scholz (Germania)
KEIR STARMER (Gran Bretagna)
DONALD TUSK (Polonia)
Pedro Sanchez (Spagna)
Dick Schoof (Paesi Bassi)
Mette Frederiksen (Danimarca)
Mark Rutte (Nato)
Ursula von der Leyen (Commissione Europea)
Antonio Costa (Consiglio europeo)

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