Fonte: Sole 24 Ore
di Antonio Pollio Salimbeni
L’analisi sui governi e la necessità di mantenere allineate le scelte sulle regole di bilancio e le scelte di politica fiscale
La risposta politica europea al Covid-19 “ha creato i più grandi strumenti di lotta alle crisi europei finanziati comunemente nella storia della Ue”.
È quanto afferma uno studio elaborato per il Parlamento europeo che analizza il ruolo del “semestre” di coordinamento delle politiche economiche, con al centro le raccomandazioni agli Stati. Si tratta di Next Generation Eu che mette a disposizione della ripresa e della resilienza delle economie 750 miliardi di euro raccolti con l’emissione di obbligazioni comuni sui mercati.
Jacob Funk Kirkegaard (Peterson Institute for International Economics e German Marshall Fund), che ha firmato l’analisi, indica espressamente come i governi debbano mantenere allineate le scelte sulle regole di bilancio e le scelte di politica fiscale: “Dato il drammatico sviluppo dei saldi di bilancio di tutti gli Stati membri durante la pandemia, una rapida reintroduzione del patto di stabilità (attualmente sospeso) non riformato porterebbe a un significativo consolidamento fiscale a breve termine in molti Paesi. Ciò sarebbe in netto contrasto con gli obiettivi dei nuovi strumenti della Ue per la ripresa dalla pandemia”.
Peterson Institute, tornare a regole pre-Covid “non è plausibile”
Aver sospeso le regole sugli aggiustamenti di bilancio è stata una necessità per permettere agli Stati di sostenere i redditi ed evitare fallimenti di imprese a catena: tornare alle regole così come erano prima del Covid-19 “non sembra plausibile”.
C’è dunque l’opportunità di decidere di riformarle tenendo conto che le attuali circostanze economiche, caratterizzate da tassi di crescita potenziale storicamente bassi, basse aspettative inflazionistiche e quindi tassi di interesse estremamente bassi per il prossimo futuro, “l’onere del debito che gli Stati membri possono sostenere in modo sostenibile è cresciuto e gli attuali valori di riferimento hanno meno rilevanza”.
i tratta dei parametri di Maastricht relativi al deficit/pil e al debito/pil. Ciò permetterà di “facilitare esplicitamente i percorsi di risanamento fiscale verso obiettivi di bilancio a medio termine, attuando le parti principali delle raccomandazioni specifiche per Paese attualmente incluse nel processo del semestre europeo”. In tal modo risulterebbe “più credibile l’effettiva imposizione di sanzioni” per il mancato rispetto degli impegni concordati o delle riforme interne rafforzando la credibilità politica e la funzione del patto di stabilità come deterrente.