22 Novembre 2024
POLITICA
Fonte: La Stampa
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Il segretario e premier in Direzione: «Il 17 e 18 mobilitazione straordinaria»
E attacca: «È un derby tra rabbia e speranza, noi lottiamo contro gli sciacalli»

Lancia “ufficialmente” l’inizio della campagna elettorale del Pd e difende a spada tratta la scelta di riformare la Costituzione e l’impianto istituzionale italiano, usando parole come «coraggio» e «cambiamento». Sostenere queste modifiche, dice il premier Matteo Renzi al seminario sulle Riforme del partito parlando direttamente ai “professori” contrari al progetto voluto dal suo esecutivo, «non è autoritarismo né esercizio violento della cosa pubblica». E insiste: il Pd «non sta cercando di dare rapidità per paura di discutere, anzi vuole discutere a 360 gradi con prof e docenti, ma poi bisogna decidere».

Poi va all’attacco del MoVimento Cinque stelle, temibile avversario politico alle Europee. « La campagna elettorale sta diventando un derby tra la rabbia e la speranza, su chi scommette sul fallimento dell’Italia e chi pensa di potercela fare». E attacca Grillo: «A Piombino è andato per tentare di fare lo sciacallo», ma «dove non si va ad attaccare il sindacato è una fabbrica in crisi. Lì vai cercando di portare denari, una occasione di speranza, una proposta concreta per recuperare posti di lavoro».

Dal canto suo il leader del MoVimento non perde occasione per attaccare Renzi, e sceglie Twitter per paragonare il premier a “Genny ’a Carogna”, il capo degli ultras napoletani all’Olimpico che indossava una t-shirt nera con scritto “Speziali libero”, con riferimento all’uomo condannato per la morte dell’agente Filippo Raciti. «#Laprofondasintonia», scrive Grillo ai suoi follower nella didascalia della foto in cui al posto di Genny c’è la faccia di Renzi che indossa una maglietta con scritto “Silvio Libero”. Infine quasi “grida”: «Ricordalo il 25 maggio. O NOI o loro»

Ma il segretario del Pd cerca in primo luogo di ricompattare il partito incitando a una campagna elettorale «all’attacco» e senza timidezze. « I rigurgiti di polemiche interne mettiamoli da parte, li riprenderemo al momento opportuno». Poi sottolinea che il voto non sarà un “sondaggio sul governo”, ma un modo per cambiare l’Europa «contro gufi e sciacalli». Ribadisce che gli 80 euro «sono un antipasto» e attacca chi li definisce un’elemosina e «vive in una realtà parallela», invitando poi a portare a casa le riforme ed evitare lo scontro. Renzi ammette il dispiacere per il ritardo sulla discussione della riforma del Senato. «È un atto che personalmente e anche politicamente un po’ mi costa», dice.

Ma aggiunge: «Vogliamo sottrarre le nostre proposte alla discussione elettorale, motivo per cui abbiamo accettato l’invito che discussione assembleare al Senato si possa fare dopo il 25 maggio». Cambiare, dunque. Perché, secondo Renzi: «C’è la certezza che se si cambia, l’Italia sarà guida l’Unione Europea altrimenti diventa fanalino di coda». L’occhio, a quasi venti giorni dal voto, è rivolto alle Europee. «Io chiudo la campagna elettorale tra Bari e Firenze e in tutti e due le città metropolitane andiamo in piazza. Chiedo a tutti uno sforzo perché il 17-18 maggio ci sia una straordinaria mobilitazione del Pd con 10mila banchetti nei comuni».

 

 

 

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