19 Settembre 2024

La Commissione prevede una crescita della zona euro dell’1,1% nel 2023 e dell’1,6% nel 2024 (in febbraio le stime rispettivamente 0,9 e 1,5%). Leggero aumento anche per l’Italia. Prevista stagnazione in Germania

Sono previsioni di primavera cautamente ottimistiche quelle pubblicate oggi, lunedì 15 maggio, dalla Commissione europea. Le autorità comunitarie hanno aumentato le stime di crescita, rispetto a febbraio, a conferma di un’economia più solida delle attese. Sul fronte dei conti pubblici, la Commissione continua a essere molto prudente sulle prospettive italiane. Il debito pubblico nella terza economia della zona euro è previsto stabile nel 2024, rispetto al 2023.
«L’economia europea sta resistendo molto bene all’aggressione della Russia contro l’Ucraina – spiega in un comunicato il vicepresidente dell’esecutivo comunitario, l’ex premier lettone Valdis Dombrovskis –. Tuttavia, ci sono molti fattori di rischio da tenere d’occhio (…) Per mantenere sotto controllo l’inflazione, è fondamentale assicurarsi che la politica di bilancio rimanga prudente e al tempo stesso è necessario mantenere lo slancio delle riforme e degli investimenti».

Le stime di crescita
In buona sostanza, la Commissione prevede una crescita della zona euro dell’1,1% nel 2023 e dell’1,6% nel 2024 (in febbraio le stime parlavano di una espansione dell’economia dello 0,9 e dell’1,5% rispettivamente). Sul fronte italiano, la previsione è di una crescita dell’1,2 e dell’1,1%, in leggero aumento rispetto alle stime pubblicate in inverno (0,8% e 1,0%). Da segnalare la stagnazione tedesca (+0,2% quest’anno), provocata principalmente dall’elevato livello di inflazione.

Commissione più pessimista del Governo italiano
Sul versante italiano, la previsione di crescita della Commissione è peggiore di quella del governo Meloni per quanto riguarda il 2023: 1,1% rispetto a 1,4%. In una conferenza stampa qui a Bruxelles, il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni ha fatto notare che quest’anno la crescita italiana sarà la più elevata tra le maggiori economie europee. Al tempo stesso, secondo le stime comunitarie, l’Italia tornerà a essere l’anno prossimo il paese con la crescita economica più bassa.
Tornando al quadro complessivo, il tasso di aumento dei prezzi a livello generale è in calo graduale, ma il tasso di inflazione al netto dei costi energetici e alimentari rimane elevato. «I prezzi dell’energia, decisamente più bassi, stanno riducendo i costi di produzione delle imprese. Anche i consumatori vedono diminuire le loro bollette energetiche, anche se i consumi privati sono destinati a rimanere contenuti, poiché la crescita dei salari è in ritardo rispetto all’inflazione», spiega Bruxelles.

«Pressioni» sulla facilità di accesso al credito
Avverte nel contempo lo stesso esecutivo comunitario: «Sebbene si preveda che la Banca centrale europea e le altre banche centrali dell’Unione europea si stiano avvicinando alla fine del ciclo di rialzo dei tassi d’interesse, le recenti turbolenze nel settore finanziario potrebbero aggiungere pressione al costo e alla facilità di accesso al credito». L’istituto monetario di Francoforte ha aumentato nuovamente il costo del denaro negli scorsi giorni, portandolo al 3,75%.
Sul versante dei conti pubblici, il disavanzo aggregato a livello di zona euro dovrebbe continuare a calare, dal 3,6% nel 2022, al 3,2% nel 2023 al 2,4% nel 2024, sempre in rapporto al prodotto interno lordo. Il parametro italiano resta più elevato: pari allo 8,0%, al 4,5% e al 3,7%. La situazione sul fronte del debito è peggiore. Secondo la Commissione europea, il debito italiano sarà del 140,4% del PIL nel 2023 e del 140,3% del PIL nel 2024 (il governo prevede 142,1 e 141,4%).

La situazione italiana
Nella sua analisi della situazione italiana, l’esecutivo comunitario fa notare che l’abolizione di molte misure d’emergenza legate alla pandemia da Covid-19 più che compenseranno l’aumento della spesa pensionistica. Al tempo stesso, la spesa per interesse segnerà un forte incremento, toccando l’anno prossimo il 4,1% del PIL. Bruxelles specifica che la sua stima di deficit per il 2024 non tiene conto delle promesse del governo Meloni di ridurre le imposte, per ora non sufficientemente dettagliate.
Le nuove previsioni economiche giungono mentre i paesi membri negoziano una difficile riforma del Patto di Stabilità (si veda Il Sole/24 Ore del 30 aprile). Le attese (o meglio le speranze) sono di una sua entrata in vigore nel 2025, dopo un iter di approvazione legislativa ricco di incognite. Nel frattempo, la Commissione europea ha pubblicato linee-guida che i governi dovranno seguire nel presentare la Finanziaria del 2024, in attesa delle nuove regole riformate.

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