Salta l’accordo governo-Ilva sulla ricapitalizzazione
Nell’incontro con ArcelorMittal sull’ex Ilva di Taranto, «la delegazione del Governo ha proposto ai vertici dell’azienda la sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale, pari a 320 milioni di euro, così da concorrere ad aumentare al 66% la partecipazione del socio pubblico Invitalia, unitamente a quanto necessario per garantire la continuità produttiva. Il Governo ha preso atto della indisponibilità di ArcelorMittal ad assumere impegni finanziari e di investimento, anche come socio di minoranza, e ha incaricato Invitalia di assumere le decisioni conseguenti, attraverso il proprio team legale». Lo riferisce Palazzo Chigi.
A questo punto si potrebbe riaprire lo scenario dell’amministrazione straordinaria. Il governo ha convocato i sindacati per giovedì 11 gennaio e in quella sede potrebbero essere forniti i dettagli della procedura che si intende seguire. Di sicuro non sarà semplice arrivare a una soluzione armonica e la via del contenzioso rischia di complicare ogni scelta del governo. Sul tavolo resta sempre la possibilità di arrivare all’amministrazione straordinaria su richiesta del socio pubblico, usando una norma del decreto 2/2023 ma sarebbe da mettere in conto un lungo braccio di ferro legale con il socio privato. Un’ipotesi alternativa è il ricorso alla composizione negoziata di crisi, procedura stragiudiziale che consente di attivare misure protettive a tempo per evitare che i creditori aggrediscano il patrimonio.
Sindacati: grave il comportamento di Mittal
Per i segretari generali di Fim-Cisl Roberto Benaglia, Fiom-Cgil Michele De Palma e Uilm-Uil Rocco Palombella «l’indisponibilità di Mittal» è «gravissima, soprattutto di fronte alla urgente situazione in cui versano oramai i lavoratori e gli stabilimenti, e conferma la volontà di chiudere la storia della siderurgia nel nostro Paese».
Per i sindacati l’esito dell’incontro dimostra la necessità di «un controllo pubblico e la mancanza di volontà del socio privato di voler investire risorse sul futuro dell’ex Ilva». Le sigle sindacali si aspettano nell’incontro di giovedì dal governo «una soluzione che metta in sicurezza tutti i lavoratori, compreso quelli dell’indotto, e garantisca il controllo pubblico, la salvaguardia occupazionale, la salute e la sicurezza, il risanamento ambientale e il rilancio industriale».