SPECIALE EXPO 2015
Fonte: La Stampa
È Antonio Acerbo, commissario delegato per le Infrastrutture. Accusato da Maltauro
Nuova bufera su Expo. Mentre da qualche giorno è cominciata la vendita dei biglietti per l’Esposizione Universale che si aprirà a Milano a maggio dell’anno prossimo, su disposizione della Procura sono state effettuate una serie di perquisizioni e acquisizioni da parte della Guardia di Finanza ed è finito indagato Antonio Acerbo, commissario delegato “Opere infrastrutturali” Expo 2015 e responsabile unico del procedimento di Padiglione Italia. Al manager vengono contestati i reati di corruzione e turbativa d’asta in quanto, questa è l’ipotesi, avrebbe ricevuto dall’imprenditore Enrico Maltauro utilità economiche per pilotare la gara «Progetto via delle acque».
È questo un nuovo filone di inchiesta, coordinato dai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, con la supervisone del Procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati, nato da approfondimenti dell’indagine sulla presunta «cupola degli appalti», vicina a una probabile richiesta di giudizio immediato. Indagine, quest’ultima, che lo scorso maggio aveva portato in carcere, tra gli altri, l’ex parlamentare della Dc Gianstefano Frigerio, l’ex funzionario Pci Primo Greganti, l’ex senatore Pdl Luigi Grillo, l’ex esponente ligure dell’Udc-Ndc Sergio Cattozzo, l’imprenditore vicentino Maltauro e l’ex manager di Expo Angelo Paris. Inquirenti e investigatori hanno infatti sviluppato intercettazioni e “spunti” contenuti negli interrogatori di Maltauro, l’ultimo dei quali il 30 luglio scorso, concentrandosi sull’appalto – per lavori complessivi da oltre cento milioni – che riguarda l’apertura di un canale fra il sito Expo e il Naviglio Grande, ponti e collegamenti riservati ai pedoni e alle biciclette.
Acerbo, secondo la ricostruzione su cui si stanno cercando riscontri, allora responsabile unico del progetto `vie d’acqua´ e presidente della commissione di gara, sarebbe stato corrotto dall’imprenditore vicentino (i reati vengono contestati a partire dal 2012), complici alcuni intermediari anch’essi indagati, perché favorisse la sua azienda che poi, nel luglio 2013, vinse insieme ad altre tre società, tra cui la Tagliabue, con uno sconto del 23%. E la sezione pg della Gdf oggi si è presentata per perquisizioni e acquisizioni proprio negli uffici della Maltauro, della Tagliabue e di Expo e anche in quelli di Metropolitana Milanese. Nel frattempo, in questi ultimi giorni sono stati ascoltati a verbale una serie di testimoni.
Che Maltauro avesse un rapporto di amicizia di lunga data con Acerbo emerge, in particolare, da una conversazione tra l’imprenditore e Frigerio intercettata lo scorso marzo: «non c’è nessuno che è più vecchio amico di me con Acerbo», si era in un certo qual modo vantato Maltauro. E dopo che Frigerio gli aveva fatto notare che «è un vecchio democristiano» e che è stato «il city manager del Comune di Milano … è uno bravo uno serio…», l’imprenditore aveva ricordato: «sì ma lui lavorava in Montedison, da ragazzo … (…) e io l’ho conosciuto… ho fatto un lavoro per Montedison dove lui era Direttore dei Lavori… e abbiamo avuto un grande successo… lui ha fatto anche un po’ di carriera attraverso `sto lavoro nell´ ’82…». E in virtù di questa amicizia più che trentennale Maltauro ha raccontato ai pm di aver fatto ottenere al figlio di Acerbo (il manager era dg a Palazzo Marino dal luglio 2010 nell’era Moratti) un contratto di consulenza con la sua impresa costruttrice da circa 30 mila euro. Contratto su cui inquirenti e investigatori stanno lavorando, ipotizzando possa essere una delle presunte utilità economiche ricevute dal manager. Anche in relazione all’appalto Expo per le `architetture di servizi´, tra l’altro, vinto sempre dalla Maltauro e al centro del primo troncone d’inchiesta, l’imprenditore avrebbe cercato in un primo tempo di sfruttare i suoi contatti con Acerbo. Poi, però, si sarebbe rivolto all’ex Dc Frigerio che sarebbe intervenuto su Angelo Paris.
Il nome di Acerbo, inoltre, era già emerso anche negli atti dell’inchiesta su Infrastrutture Lombarde che aveva portato in carcere l’ex dg della società pubblica Antonio Rognoni, di cui è stato anche candidato alla successione. E fu anche tra i commissari della procedura ristretta per l’affidamento dell’appalto per la realizzazione della cosiddetta `Piasta´, gara al centro di un’altra inchiesta aperta in Procura. Già domani il legale del commissario delegato Expo, l’avvocato Federico Cecconi, dovrebbe prendere «contatti con i pm per cercare – come ha spiegato – di concordare tempi rapidi affinché il mio assistito venga sentito per chiarire la sua posizione». Infine, per domani è attesa la visita a Palazzo di Giustizia del presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, che incontrerà il procuratore Edmondo Bruti Liberati. Il ruolo di Acerbo in Padiglione Italia a questo punto, secondo Cantone, «può essere un problema».