22 Novembre 2024
SPECIALE EXPO 2015
Fonte: La Stampa

L’imprenditore Maltauro conferma i fatti e chiede di chiarire coi pm. Il premier: «Fiducia in Sala. Bisogna fermare i delinquenti, non i lavori»

Avanti tutta perché «i delinquenti vanno fermati, i lavori no». È l’indicazione che Matteo Renzi dà al commissario dell’Expo Giuseppe Sala e alle istituzioni locali alla vigilia della missione milanese, nella quale domani annuncerà la creazione di una task force e l’arrivo di Raffaele Cantone per rilanciare la fiera universale del 2015, dopo arresti e scandali. Una sfida contro il tempo per terminare i padiglioni ma per il premier anche un rischio di immagine alla vigilia delle europee: «Mi consigliano di non sovrapporci la mia faccia pulita – racconta – ma io non voglio perdere una grandissima opportunità per l’Italia». Un concetto che il presidente ribadisce con foga anche in tarda serata convinto che si potrà fare pulizia e che lui metterà il cappello su questa iniziativa, anche a costo di perdere 2-3 punti percentuali alle prossime elezioni. «Non saremo fermati da 4 ladri o da 4 cialtroni», sintetizza.

Nel giorno in cui alcuni indagati fanno le prime parziali ammissioni, tranne Primo Greganti e Gianstefano Frigerio che negano le accuse, le istituzioni provano a reagire ai colpi di un’inchiesta che ha un’eco mondiale. E l’obiettivo è ripartire al più presto per riuscire a recuperare il ritardo accumulato nei cantieri e per ridare fiducia all’estero all’Expo che, nelle previsioni, potrebbe portare in Italia 20 milioni di persone con una media di 130mila persone al giorno. Per ridare il senso di una missione Renzi, per primo, ha deciso di metterci la faccia e domani, dopo un vertice nella sede della società, incontrerà anche imprenditori e commercianti. «L’Expo – suona la carica il presidente del consiglio – è una grandissima occasione per l’Italia, in molti mi dicono “chi te lo fa fare” o i sondaggisti sostengono che non mi conviene entrare in quella dinamica e mischiare la mia faccia pulita con quei problemi». Ma l’Expo, assicura Renzi, è «una grandissima opportunità e preferisco perdere qualche punto nei sondaggi che un’occasione che vuol dire investimenti e posti di lavoro. Abbiamo il diritto di provarci».

Non fermare i lavori per non darla vinta all’illegalità è anche la linea del commissario dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, che da domani vigilerà sui appalti e cantieri. «Rinunciare ora all’Expo – sostiene il pm – significa dimostrare che, siccome ci sono fenomeni corruttivi vasti, lo Stato non è in grado di porvi un argine’’. Scosso ma determinato ad andare avanti anche il commissario Expo Giuseppe Sala che oggi, in commissione Antimafia, ha ammesso lo stupore per l’arresto di Angelo Paris. «Gli ho dato fiducia, non ho sospettato che potesse tenere certi tipi di comportamento», ha detto Paris aggiungendo che per sostituire il direttore dell’Expo ha in mente una persona – gira il nome del direttore operativo di Italferr Marco Rettighieri – ma la decisione sarà discussa domani nel vertice con il premier. E a Sala il premier assicura «assoluta fiducia» e sostegno.

Se Renzi sfida l’impopolarità della missione Expo, Beppe Grillo, invece, cavalca l’indignazione. E domani, alle 16, sarà nel capoluogo milanese per denunciare «gli scandali della grande abbuffata Expo 2015» e per chiedere che Expo, sinonimo per M5S di «corruzione, infiltrazioni criminale, illegalità e tangenti», venga fermata. Meno indignato è invece Silvio Berlusconi, che esclude il coinvolgimento di personalità di Forza Italia ma al tempo stesso minimizza la portata delle indagini. «Molte cose sono aria fritta – è convinto il leader azzurro – in tutte le cose che riguardano appalti ci sono delle telefonate, è la vita. Succede in tutto il mondo, non dobbiamo scandalizzarci, molte cose sono millantate e non vere. Affrontiamo il problema ma senza pensare che ci sia uno scandalo che faccia pensare a tangentopoli».

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