19 Settembre 2024

SPECIALE EXPO 2015

Fonte: La Stampa

ANSA - La Stampa
ANSA – La Stampa

Il premier sul caso dei lavoratori della Scala: «Eviteremo sabotaggi, pronto a intervenire». Il ministro Franceschini: «L’esposizione è un’opportunità unica, sarà come le Olimpiadi»

Il 2015 sarà per l’Italia «un anno felix, straordinariamente fertile. Ci sono tutte le condizioni esterne per tornare a correre». È un Renzi ottimista quello che parla all’Hangar Bicocca per l’Expo delle Idee. Cita la flessibilità Ue, il piano Juncker, le misure Bce, il calo dell’euro e quello del petrolio. Poi dice: «Se l’Italia fa l’Italia per bene non ce n’è per nessuno nel mondo» perché «l’Expo non è solo un evento, non siamo un catering, una mera organizzazione di eventi. L’Italia è leader non solo nell’agroalimentare ma nell’innovazione tecnologica. Se non siamo rannicchiati può essere una grande occasione per l’identità italiana». Poi una battuta sul caso della Turandot alla Scala, di cui La Stampa aveva scritto nei giorni scorsi. «Se c’è una qualche minoranza che pensa di poter bloccarla noi siamo pronti a tutto anche a misure normative per non cominciare con una figuraccia internazionale». Insomma, è possibile che per il Primo Maggio i dipendenti della Scala siano precettati per l’inaugurazione.

FRANCESCHINI: «SARA’ COME LE OLIMPIADI»

«Da mesi ho l’impressione che dentro i confini nazionali ci sia stata una sottovalutazione dell’enorme impatto che Expo avrà sul Paese. Ci saranno milioni di persone che verranno a visitarci e milioni che per mesi ci guarderanno. Expo sarà quello che le Olimpiadi sono state per gli altri Pesi». Parola del ministro alla Cultura Dario Franceschini. All’Hangar Bicocca comincia il vero Expo con un tavolo operativo che spazia dall’agricoltura al turismo, alla cultura per mettere a punto “la carta di Milano”, la prima grande eredità dell’Esposizione Universale, l’atto d’impegno che l’Italia porterà al mondo e che potrà essere sottoscritta da cittadini, istituzioni, imprese e associazioni, definendo gli impegni per ciascuno. Il documento poi verrà consegnato al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon durante la sua visita a Milano il prossimo 16 ottobre.

Dunque al ministro Franceschini tocca il compito di legare Expo all’industria turistica e culturale italiana insieme al sindaco di Torino Piero Fassino, in qualità di presidente dell’Anci, secondo il quale bisogna puntare su uno «sviluppo intelligente che coniughi cultura e turismo». Tutto si direbbe ormai pronto. O quasi.

LA MOBILITAZIONE DEI COMUNI 

Oltre mille i comuni italiani mobilitati, spiega Fassino, per far si che Expo non sia solo un evento milanese o lombardo ma diventi davvero l’opportunità tanto attesa per tutto il Paese. «Expo deve diventare l’opportunità di riscatto per l’Italia». Solo a Torino si prevedono, con l’ostensione della Sacra Sindone per tre mesi, flussi di visitatori per oltre due milioni di persone. Ma poi ci sono le specialità culinarie, i borghi medievali, i festival musicali, gli eventi sportivi.

L’Italia punta a ritornare ad essere a pieno titolo “il Belpaese”. «Se solo noi riuscissimo a vedere l’Italia con occhi stupiti e ammirati dei milioni di visitatori che vogliono vestire italiano, cibo italiano, cultura italiana… – sospira il ministro Franceschini – Ma non ci riusciamo presi dalle nostre beghe interne. Ho l’impressione che ci sia stata una sottovalutazione psicologica dell’impatto che Expo potrà avere sul Paese».

L’INVASIONE CINESE 

Quindi avverte: l’Italia è destinata ad avere un flusso crescente di turismo internazionale. È vero che siamo scesi al quinto posto nel mondo come meta del turismo internazionale. «Ma ciò che conta è il numero assoluto, e l’Italia rimane il paese più desiderato all’estero». Solo i cinesi che desiderano invaderci pacificamente, spiega Franceschini, sono attualmente 100 milioni ma entro pochi anni saranno 500 milioni. «Non possiamo accettare che il turismo sia concentrato solo tra Venezia, Firenze e Roma. Dobbiamo utilizzare tutte le potenzialità che ci sono».

Torino, spiega il ministro, è l’esempio virtuoso di una città che si è saputa rilanciare: «Sembrava condannata alla fine della sua centralità industriale, invece si è saputa rinnovare e diventare attrazione turistica. L’Italia ha potenzialità infinita di offerte. Quello che cerchiamo di fare con Expo è un enorme laboratorio». I dati raccontano che attualmente poco meno del 15 per cento del turismo internazionale si spinge sotto Roma, eppure nelle regioni meridionali c’è arte, cultura, mare. Quindi la sfida di Expo sarà distribuire questo turismo.

ITALIA “VERYBELLO” 

«Abbiamo costruito questo sito – dice Franceschini – che ha fatto discutere, “Verybello”. Un nome ironico e ricercato che in due settimane ha avuto due milioni e duecentomila accessi, è possibile trovare oltre 1.300 eventi, 300 mostre, concerti, iniziative bambini, jazz, cinema, itinerari culturali e storici». Insomma, Expo sarà l’occasione a portata di mano. bisogna saperla cogliere, però. «Un po’ di orgoglio nazionale ci farebbe bene. Non c’è paese al mondo che possa offrire offerta culturale come la nostra. L’Italia va vista come un museo diffuso e come un sistema paese, non centralizzato ma con la bellezza e l’offerta culturale diffusa su tutto il territorio. Expo servirà per vendere il paese nella sua completezza».

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