Fonte: La Repubblica
di Laura Mari
Dal 15 giugno Vienna consentirà il passaggio da e per Germania e Svizzera. I turisti tedeschi diretti in Italia potranno passare ma non fermarsi nel Paese del cacelliere Kurtz. Zaia (Veneto): “I corridoi sono assurdi”. Fedriga (Fvg): “No a restrizioni”
L’Europa si prepara all’estate e punta a favorire il turismo e la ripresa economica. Ma non tutti i Paesi la pensano allo stesso modo. Mentre l’Italia aprirà i suoi confini da e per l’Ue a partire dal 3 giugno, è polemica sulla decisione dell’Austria che, pur riaprendo ai turisti dal 15 giugno verso Svizzera e Germania, non consentirà l’arrivo degli italiani, né la partenza degli austriaci verso il nostro Paese.
“Domani telefonerò al ministro degli Esteri austriaco, Alexander Schallenberg. Stiamo lavorando per riattivare i flussi turistici con i Paesi esteri”, ha annunciato il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio.
Di Maio ha poi precisato: “Le nostre aziende, i nostri artigiani, le nostre attività commerciali hanno bisogno di ossigeno. L’obiettivo deve essere quello di tornare alla vera normalità, a come vivevamo prima del coronavirus. I dati dei contagi sono più confortanti, questo non significa però che il virus è scomparso. Ci conviviamo e per questo bisogna fare molta attenzione”.
Contro la decisione del governo di Vienna e del cancelliere austriaco Sebastian Kurt interviene anche il presidente del Veneto, Luca Zaia. L’esponente leghista ha protestato contro la scelta di aprire dei “corridoi”, ovvero consentire, da parte dell’Austria, il passaggio dei turisti tedeschi da e per l’Italia, purché non si fermino in Austria. “Il turismo esprime la libertà totale – sottolinea Zaia – pensare che si debba vivere pensando a dei corridoi sembra un assurdo”.
Il presidente del Veneto ha poi sottolineato: “O siamo in esenzione da Coronavirus e possiamo avere uno Schengen europeo, oppure c’è qualcosa che non funziona.Ci vuole un’autorità europea che stabilisca questo, noi ragioniamo con i confini ma il virus o c’è o non c’è. In un mondo così connesso è assurdo pensare che i problemi dell’Italia finiscano sulle Alpi e poi inizino quelli dell’Austria: è un unicum, se l’Europa c’é batta un colpo”.
Polemico anche il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga: “Ho parlato con il presidente del land della Carinzia, con il presidente sloveno, sono entrambi favorevoli a una riapertura, ma quello che sta facendo il governo centrale di Vienna è molto grave”. E ancora: “La situazione sanitaria è molto simile tra l’Austria e la nostra regione. È inaccettabile che con la scusa del Covid si crei un dumping sul turismo, perché di questo si tratta, altro che paura del contagio, visto che c’è una situazione pandemica di tipo simmetrico”.
Il rischio, sostiene il governatore leghista, è che con l’assenza dei turisti si acuisca maggiormente la crisi del settore: “È un dramma per le prenotazioni turistiche, nell’incertezza nessuno ancora sta chiamando i nostri alberghi e le nostre strutture”.