21 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

La sottosegretaria alla presidenza del Consiglio: “Mi auguro che i deputati e le deputate di Forza Italia, a cominciare dalle ex ministre Carfagna e Prestigiacomo, facciano cambiare idea ai loro colleghi del Senato. Perché rimandare una legge che si può approvare subito?”

All’esame in sede deliberante del disegno di legge che tutela gli orfani di femminicidio, il ‘nò dei senatori di Fi, Gal e Lega, in pratica, impedisce di accelerare l’approvazione “saltando” il passaggio in Aula.
Il veto – hanno spiegato gli esponenti in commissione Giustizia – è stato posto in quanto nel testo si “fa riferimento ai figli delle unioni civili” tentando “di far entrare dalla finestra” un tema ancora caldo e soprattutto “già affrontato in altra sede”.
“Stupore e dispiacere per la scelta Del gruppo di Forza Italia al Senato di stoppare la legge in favore degli orfani vittime di crimini domestici approvata all’unanimità alla Camera dei deputati” ha detto la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, che ha la delega alle Pari Opportunità, “Forza Italia, negando l’assenso alla sede deliberante per la legge, allunga i tempi per approvarla e mette a rischio il risultato finale”.
“Mi auguro – aggiunge – che i deputati e le deputate di Forza Italia, a cominciare dalle ex ministre Carfagna e Prestigiacomo, facciano cambiare idea ai loro colleghi del Senato. Perché rimandare una legge che si può approvare subito? Gli orfani delle vittime hanno bisogno di riposte e di averle il prima possibile”.
La risposta della parlamentare Fi, Mara Carfagna, arriva in una nota poco dopo: “Vogliamo rassicurare il sottosegretario Boschi: abbiamo fatto e stiamo facendo quanto serve per arrivare ad una rapida approvazione della legge sugli orfani di femminicidio. Il nostro lavoro però è lontano dalle photo opportunity, dalle strumentalizzazioni e dalla ricerca di visibilità, lo svolgiamo sotto traccia ed è interamente dedicato alla salvaguardia dei diritti di donne e bambini”.
“In ogni caso è bello scoprire che su questi temi la Boschi c’è. Nonostante infatti abbia la delega alle pari opportunità da più di un anno, si accorge solo ora dell’importanza di questa legge, che grazie al lavoro di Forza Italia ha visto l’istituzione di un fondo di 2 milioni di euro volto a finanziare azioni di sostegno concreto in favore degli orfani” in ogni caso, conclude “non condividiamo la decisione dei nostri colleghi al Senato, ma essendo certi che siano in buona fede, riteniamo che le loro obiezioni vadano considerate e approfondite, per poi procedere ad una rapida approvazione della legge. Ci sono le condizioni per fare presto e anche bene. Una legge di cui tutti, in primis noi che l’abbiamo migliorata ed implementata, sentiamo la necessità”.
Il senatore forzista Francesco Nitto Palma si è detto “seccato dalle continue demagogiche strumentalizzazioni operate da una certa frangia del Pd. Il provvedimento sugli orfani dei crimini domestici è a mio avviso pieno di errori tecnici i quali necessitano di un confronto ampio. Noi vogliamo rapidamente licenziare la legge a tutela degli orfani dei crimini domestici ma vogliamo licenziare una legge tecnicamente corretta e che non sia lo strumento per ufficializzare normativamente, vedi i figli delle unioni civili, ciò che già è stato bocciato nell’Aula del Senato. Peraltro – aggiunge Palma – a fronte delle lamentele degli esponenti del Pd non capisco perché il senatore Lo Giudice abbia chiesto l’immediata calendarizzazione del ddl sui matrimoni tra soggetti dello stesso sesso”.
Una risposta arriva anche da Paolo Romani, presidente dei senatori Fi: “Non appena saranno superate imperfezioni tecniche, capaci però di pregiudicare la corretta applicazione delle norme, si potrà tornare in sede deliberante per accelerare l’approvazione di un provvedimento quanto mai urgente. Affrettare senza logica l’esame di un testo imperfetto produrrebbe solo il risultato contrario a quello di chi vuole davvero tutelare gli orfani di orrendi crimini in famiglia. Non accettiamo dunque alcuna accusa da una maggioranza di governo forse più interessata a strumentalizzare i risultati che a proteggere cittadini in difficoltà”.

COSA PREVEDE IL DDL
Eppure se le senatrici e i senatori riusciranno a far disincagliare il ddl, queste le misure a sostegno degli “orfani di crimini domestici”: Gratuito patrocinio e assistenza legale a spese dello Stato sia per il processo penale che civile, a prescindere dal reddito. Pensione di reversibilità ai figli delle vittime senza obbligo di restituzione. In pratica la nuova legge annulla il diritto alla pensione di reversibilità per i ritenuti colpevoli di femminicidio. Come annulla, per il ritenuto colpevole, il diritto al godimento dell’eredità che spetterà ai figli delle vittime. Sequestro conservativo dei beni dell’indagato per assicurare agli orfani il risarcimento del danno. In pratica si predispone il congelamento dei beni di colui che ha commesso il delitto e l’obbligo in sede penale per il giudice di riconoscere ai figli della vittima il 50% del risarcimento presunto già con la sentenza di primo grado.
Tutela per i maggiorenni che non siano economicamente autosufficienti verso i quali la legge riserverà gli stessi diritti dei figli minorenni delle donne assassinate dal coniuge, anche se separato o divorziato, dal partner di un’unione civile anche cessata o comunque da qualsiasi persona che sia stata legata alla vittima da una relazione affettiva stabile. Pene più severe per gli assassini. Con la nuova proposta di legge la pena per il femminicidio sarà l’ergastolo. Finora la pena prevista era di 11 anni di reclusione. Se prima del delitto era già avvenuto il divorzio o la cessazione dell’unione civile, la reclusione andrà dai 24 a 30 anni.
Istituzione di un fondo di solidarietà per borse di studio, iniziative per il reinserimento lavorativo e assistenza medico-psicologica di complessivi 2 milioni di euro l’anno. L’assistenza spetterà agli orfani fino al pieno recupero psicologico. Ai figli e alle figlie delle vittime di femminicidio spetterà anche di rientrare nella quota di riserva prevista per l’assunzione di categorie protette e, nel caso portino il cognome del genitore condannato per l’uccisione della madre, potranno chiedere di cambiarlo.
Secondo le stime solo in Italia sono più di 1.600 i figli rimasti orfani di madre a causa di un femminicidio.

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