19 Settembre 2024

Fonte: Huffington Post

boschi

di Angela Mauro

Maria Elena Boschi sarà un sottosegretario alla presidenza del Consiglio meno potente del suo predecessore Claudio De Vincenti. E’ un altro tassello importante del puzzle dei sottosegretari di governo che Paolo Gentiloni ha praticamente ultimato in vista del consiglio dei ministri di domattina, convocato prima della conferenza stampa di fine anno. L’ex ministra delle Riforme bocciate dal referendum il 4 dicembre scorso manterrà solo la delega alle Pari Opportunità e non ne acquisirà di nuove.
Ufficialmente la decisione rientra nell’idea complessiva di cambiare poco o nulla anche alla squadra di sottogoverno. Un’idea che Gentiloni ha maturato dopo aver mandato a monte le trattative con Denis Verdini: nessun nuovo ingresso di Ala. Il nuovo premier voleva confermare solo Enrico Zanetti, viceministro all’Economia, ma quest’ultimo ha rinunciato. “Abbiamo atteso pazientemente in queste settimane, ma nessun chiarimento politico è arrivato. È arrivata invece la proposta di confermare la squadra dei sottosegretari e dei viceministri, di cui faccio parte – dice Zanetti – Di fronte a questo atteggiamento incomprensibile, non sono disponibile alla mia conferma quale viceministro al MEF: all’antipolitica delle conferme in blocco a prescindere, dei governi fotocopia dove l’unico che ha il coraggio di fare un passo indietro è Matteo Renzi, preferiamo la politica”.
Il resto cambia di poco: l’idea che sottende a tutto lo schema è che questo governo sia nato per durare poco. Idea di Matteo Renzi, regista della nascita di questo esecutivo, condivisa dal suo ‘alleato a tutti gli effetti’ Gentiloni.
E allora ecco che Boschi entra a Palazzo Chigi come sottosegretario alla presidenza del Consiglio ma non troverà la delega che fu di De Vincenti. Il nuovo ministro alla Coesione territoriale e Mezzogiorno se la porta infatti con sé nel nuovo dicastero. Si tratta della delega alla Coesione territoriale. Tradotto: quella che ha fatto da regìa ai patti con le amministrazioni locali firmati da Renzi in tutti Italia nei mesi di campagna referendaria. In sostanza: è la delega che ha i cordoni della borsa per le città e le regioni. Importante. Non la gestirà la Boschi che invece manterrà la sua precedente delega alle Pari Opportunità e, da sottosegretario alla presidenza del Consiglio, si occuperà della verbalizzazione dei consigli dei ministri. Il suo è un ruolo comunque chiave, visto che il governo Gentiloni non ha altri sottosegretari alla presidenza del Consiglio, tranne Sandro Gozi che però ha una delega tutta dedicata agli Affari Europei.
Come Boschi, anche l’altro petalo del ‘Giglio magico’ renziano Luca Lotti, neo-ministro dello Sport, manterrà le stesse deleghe che aveva da sottosegretario. Sono tre e contano molto: Editoria e Cipe, oltre allo Sport naturalmente. Nello specifico l’ha spuntata sul Cipe che la scorsa settimana sembrava potesse essere trasferita a De Vincenti, altrimenti destinato alla sola rappresentanza da ministro del Sud. In questo modo: De Vincenti ha i patti per le città, Lotti ha il Cipe. Equilibrio. Anche perché Lotti non avrà le deleghe ai servizi segreti. Le manterrà lo stesso premier Gentiloni.
Pochi cambi, concentrati all’Istruzione. Una squadra di una oltre 40 sottosegretari. Gentiloni la varerà nel consiglio dei ministri di domattina e poi si presenterà nell’aula dei gruppi parlamentari di Montecitorio per la conferenza stampa di fine 2016. Quest’anno tocca a lui. Ma per molti versi la sostanza delle questioni non cambia rispetto alla fine del 2015. Anche Gentiloni come Renzi si ritrova sulle spalle la questione banche: il caso Mps e gli interrogativi sulla solidità di tutto il sistema bancario italiano.

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