POLITICA
Fonte: la Stampa
Il premier difende la delega fiscale davanti all’assemblea del Pd: «Cambieremo ciò che va modificato». Civati critico: «Misure da rivedere al di là della norma salva Berlusconi»
«Se vogliamo continuare a farci del male per altri dieci giorni sulla delega fiscale parlando della “manina”, si sappia che quella manina è la mia». Sono le parole di Matteo Renzi nel suo intervento all’assemblea del Pd parlando della norma “salva Berlusconi”. Il premier ha poi spiegato: «La ritengo totalmente una normativa che non ha niente a che vedere con le leggi ad personam. Quello che va modificato si modifica, nell’interesse degli italiani. Abbiamo discusso e approfondito punto per punto, siamo entrati nel merito. Questo è il modo in cui un governo governa, l’idea che qualcuno si confeziona un pacchetto a me non va. Noi non facciamo leggi ad personam e non ne facciamo contra personam».
RENZI: “ALLACCIAMO LE CINTURE”
«Questo gennaio bisogna allacciarsi le cinture. Non solo per le riforme e la legge elettorale e non solo per il Jobs Act o per il fisco», ha aggiunto Renzi davanti ai deputati democratici. Ha poi sottolineato ancora una volta il momento di difficoltà che sta attraversando l’Europa: «In questi sei mesi il vocabolario è cambiato. C’è stato un lavoro straordinario – ha aggiunto ricordando il bilaterale che si terrà il 22 e 23 gennaio con Angela Merkel a Firenze – ma o noi ci mettiamo a lamentarci anche delle virgole o capiamo che c’è un Paese da rimettere in moto. O lo facciamo noi – ha concluso – o non lo farà nessun altro».
CIVATI CRITICO
Dalla minoranza dem sono arrivate ancora critiche alla norma “salva Berlusconi”:
«Questa è talmente grossa che qualcuno potrebbe sospettare che forse è voluta, un incidente per destabilizzare», il commento di Pippo Civati. «Renzi – prosegue – non può banalizzare dicendo che la manina è la sua e che in Cdm si è discusso quando i ministri ci dicono che non ne sapevano nulla. È un gioco pericoloso e ora serve una verifica di governo. La norma in questione poi, al di là di Berlusconi, è da rivedere».
L’ATTACCO DI BERSANI
Critico anche Bersani. Nella norma sul fisco, «c’è una norma di proporzionalità: chi ha di più ha diritto ad evadere di più». Lo stesso criterio di proporzionalità, osserva, «manca però nel Jobs Act» e in particolari nei licenziamenti disciplinari.
L’ex segretario del Pd ha lasciato la riunione prima che il premier intervenisse. E, parlando con i cronisti, si è soffermato sul fatto che nel Jobs Act, nel punto dei licenziamenti disciplinari, non ci sia «alcuna proporzionalità» tra il fatto passabile di provvedimento disciplinare e licenziamento. «E come se nel calcio un giocatore, per aver sbagliato una rimessa laterale» venisse espulso. Un criterio di proporzionalità, osserva l’ex segretario Pd, che invece è incluso nel decreto fiscale, dove si prevede che «chi ha di più ha diritto ad evadere di più».