22 Novembre 2024
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EUROPA/ECONOMIA
Fonte: La Stampa
 

Il Fondo: la ripresa non è né robusta né abbastanza solida. Pressing sulla Bce

 

L’area euro rischia la stagnazione. E lo slancio verso le riforme strutturali è rallentato, con il risultato «euro scettico» del voto che complica il quadro. A scattare la fotografia dell’economia dell’are euro è il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), secondo il quale la ripresa è decollata ma non è «robusta o abbastanza forte».

E una crescita debole, con un pil rivisto leggermente al ribasso all’1% nel 2014 e all’1,5% nel 2015, non è sufficiente al rilancio del mercato del lavoro: la disoccupazione, soprattutto giovanile, è elevata e va affrontata. Una raccomandazione che vale anche per l’Italia, alla quale il Fmi chiede anche di migliorare l’efficienza della giustizia civile e rimuovere gli ostacoli strutturali che fanno salire i costi di produzione.

La stanchezza per le riforme deve essere evitata, è l’invito del Fmi all’area euro che deve migliorare anche l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. È «cruciale per gli investimenti e la crescita». E i dati confermano il nodo: le pmi che hanno chiesto finanziamenti sanno incontrando difficoltà a ottenerli dalle banche, soprattutto in Spagna e Italia, dove un quinto delle pmi si è vista «razionare» il credito negli ultimi sei mesi per richieste respinte o perché veniva offerto a costi proibitivi.

Il Fmi plaude al recente `bazooka´ impugnato dal presidente della Banca Centrale Europea (Bce), Mario Draghi. Stimando un’inflazione sotto il 2% almeno fino al 2019, il Fondo invita la Bce a considerare un piano di larga scala di acquisto di asset se i prezzi resteranno troppo bassi. Ma avverte: il quantitative easing non è una panacea e non è un sostituto delle riforme strutturali, può però spingere l’inflazione aumentando i consumi e gli investimenti nell’area euro. Uno dei rischi per l’area euro è proprio la deflazione, che va evitata perché mette in pericolo la ripresa sulla quale pesano rischi interni e esterni, fra cui il ritiro delle politiche non convenzionali negli Stati Uniti.

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