20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

grecia

di Ettore Livini

Il numero uno del Fondo ammette gli errori di Washington ma chiede ora ad Alexis Tsipras di fare di più sulle rifome: “Il caso di Atene non è ancora risolto. Non si può continuare a rinviare gli interventi necessari sperando che qualcuno ti salvi”

Il Fondo Monetario internazionale (scottato forse dalle intercettazioni di Wikileaks) torna a fare mea culpa sulla Grecia. A battersi il petto questa volta è il numero uno di Washington Christine Lagarde che in un’intervista a Bloomberg ha ammesso che sul salvataggio del paese “si è fatto un errore evidente nel calcolo dei moltiplicatori”. Tradotto: “Sia noi che la Ue abbiamo sottostimato l’effetto recessivo di alcune delle misure imposte al paese”. L’ammissione di colpa arriva una settimana dopo le trascrizioni rese note da Wikileaks in cui Poul Thomsen, responsabile europeo Fmi suggeriva di rimettere con le spalle al muro Atene allungando i nuovi negoziati sui presitti fino a luglio “perchè solo quando hanno le spalle al muro i governi ellenici fanno concessioni”. Nelle stesse trascrizioni della conversazione registrata ad Atene, Thomsen ipotizzava di forzare la mano alla Germania per ottenere un taglio al debito ellenico, minacciando di sfilarsi dal salvataggio.
Il riconoscimento degli sbagli del passato non significa che l’Fmi sia intenzionato ora ad ammorbidire le sue posizioni. Anzi. La stessa Lagarde ha chiesto nell’intervista ad Alexis Tsipras “di prendersi la responsabilità delle misure necessarie per rilanciare la Grecia”. “Noi abbiamo sempre sopravvalutato la capacità dei premier di gestire questo processo – ha detto -. Siamo passati negli ultimi anni da un governo all’altro senza che nessuno si facesse carico della responsabilità. Tutti invece si lamentavano di dover applicare ricette non loro”. L’ex Troika e la Grecia sono impegnate in queste ore nell’ennesimo braccio di ferro negoziale per sbloccare 5 miliardi di nuovi aiuti, necessari per rimborsare alcuni prestiti della Bce in scadenza a luglio. Le posizioni restano sempre le stesse e – malgrado una lunga maratona notturna – piuttosto distanti. Il governo Tsipras non vuole tagliare per la dodicesima volta le pensioni e propone interventi fiscali per compensare. Il Fondo vede molto più nero degli altri protagonisti al tavolo delle trattative e chiede sforbiciate ai costi molto più decise, nuove tasse e un taglio importante al debito ellenico. La Ue invece è su una posizione intermedia con i falchi gelidi sulla questione debito. Tutti però sono consci che con la questione migranti sul tavolo, nessuno può permettersi davvero un nuovo corto-circuito sulla questione Grexit. Anche il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha ammesso che un accordo si troverà in tempi brevi anche se “Atene dovrà fare di più sulle riforme”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *