Le imprenditrici sono il 22% secondo i dati Unioncamere. Ma a vedere la risposta ai bandi che mettono a disposizione 200 milioni per le donne che vogliono aprire una propria attività, a breve potrebbero diventare decisamente di più. Il 19 maggio si è aperta la possibilità di depositare le domande per l’accesso ai fondi e la risposta è arrivata forte e chiara. I dati forniti a Invitalia dicono che in un solo giorno sono arrivate poco meno di cinquemila domande (4.985), il maggior numero da Lombardia e Lazio. Seguono Campania e Veneto.
D’altra parte le aspiranti capitane d’impresa denunciano da sempre la difficoltà all’accesso al credito, più forte appunto per le donne. Le signore che vogliono costituire una nuova attività o lo hanno fatto da meno di 12 mesi possono presentare progetti di investimento fino a 12 mila euro. Il fondo mette a disposizione un contributo a fondo perduto che varia a seconda della dimensione del progetto: quelli fino a 100 mila euro possono ottenere una copertura fino all’80% delle spese (o fino al 90% se ad aprire l’attività è una disoccupata) con un tetto massimo che comunque non può superare i 50 mila euro. Per i progetti oltre i 250 mila euro l’agevolazione copre il 50% delle spese fino a un massimo di 125 mila euro. Se l’impresa esiste da più di 12 mesi si possono presentare progetti di investimento fino a 400 mila euro. In questo caso il fondo prevede un mix di contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero, con una copertura fino all’80% delle spese ammissibili per un massimo quindi di 320 mila euro. «Il fondo impresa femminile è una grande opportunità per creare e consolidare un’impresa femminile. In un periodo difficilissimo e prolungato di crisi nel quale proprio le donne hanno subito le maggiori perdite», dice la presidente del comitato Impresa femminile presso il Mise, Valentina Picca Bianchi.