Il tribunale francese aveva già negato il 29 giugno 2022 l’estradizione chiesta dall’Italia. L’Associazione nazionale vittime del terrorismo: intervenga Nordio
La Cassazione francese ha confermato il rifiuto della Francia all’estradizione dei 10 ex Br degli anni di piombo in Italia. Il rifiuto di accogliere il ricorso alla Corte di Cassazione sull’estradizione di 10 ex militanti di estrema sinistra italiani, in gran parte ex delle Brigate rosse, rifugiati in Francia dopo gli “anni di piombo”, era atteso.
Nordio: il mio pensiero va alle vittime del terrorismo
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha commentato: «Ho vissuto da pm in prima persona quegli anni drammatici e oggi il mio primo commosso pensiero non può che essere rivolto a tutte le vittime di quella sanguinosa stagione e ai loro familiari, che hanno atteso per anni, insieme all’intero Paese, una risposta dalla giustizia francese. Faccio pertanto mie le parole di Mario Calabresi, figlio del commissario ucciso 51 anni fa, nella speranza che chi allora non esitò ad uccidere ora “senta il bisogno di fare i conti con le proprie responsabilità e abbia il coraggio di contribuire alla verità”».
La decisione del 2022
Per i dieci, di cui 8 uomini fra i quali Giorgio Pietrostefani, condannato per l’omicidio Calabresi, e 2 donne (le ex Br Marina Petrella e Roberta Cappelli), il tribunale francese aveva già negato, il 29 giugno dello scorso anno, l’estradizione chiesta dall’Italia. La presidente della Chambre de l’instruction aveva motivato il rifiuto con il rispetto della vita privata e familiare e con il diritto a un processo equo, garanzie previste dagli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, il giorno dopo, aveva però affermato che «quelle persone, coinvolte in reati di sangue, meritano di essere giudicate in Italia».
Di conseguenza, il procuratore generale della Corte d’appello di Parigi, Rémy Heitz, in rappresentanza del governo, aveva immediatamente presentato un ricorso alla Corte di Cassazione, ritenendo necessario appurare se gli ex terroristi condannati in Italia in contumacia beneficeranno o meno di un nuovo processo se la Francia li consegnerà. Lo stesso procuratore contestava la decisione del tribunale sulla presunta violazione della vita privata e familiare degli imputati.
Calabresi: da Br in Francia mai una parola di ravvedimento
«Era un’illusione aspettarsi qualcosa di diverso e (parere personale) vedere andare in carcere queste persone dopo decenni non ha per noi più senso. Ma c’è un dettaglio fastidioso e ipocrita: la Cassazione scrive che “i rifugiati in Francia si sono costruiti da anni una situazione famigliare stabile (…) e quindi l’estradizione avrebbe provocato un danno sproporzionato al loro diritto a una vita privata e famigliare”. Ma pensate al danno sproporzionato che loro hanno fatto uccidendo dei mariti e padri di famiglia. E questo è ancora più vero perché da parte di nessuno di loro c’è mai stata una parola di ravvedimento, di solidarietà o di riparazione. Chissà…». Così il giornalista Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi assassinato nel ’72, commenta la Cassazione francese.
Vittima dei Br: Nordio intervenga
«È una vergogna che non ha fondamento giuridico. Io e la mia associazione facciamo appello al ministro Nordio affinché la giustizia italiana intervenga. E chiedo alla Francia: se fosse successa la stessa cosa al contrario con le vittime del Bataclan?» Così Roberto Della Rocca, uno dei sopravvissuti agli attentati delle Brigate rosse, commenta la sentenza della Cassazione francese. Della Rocca, che è anche presidente dell’Associazione nazionale vittime del terrorismo, lavorava per Fincantieri nel 1980 quando fu ferito a Genova durante un attentato delle Br.
Lega: decisione sconcertante
«Sconcertante decisione della Cassazione francese. Respingono i bambini immigrati alle frontiere ma coccolano gli assassini brigatisti» è la reazione della Lega.