Fonte: La Repubblica
L’esponente socialista, già primo ministro di Hollande, annuncia che alle elezioni di giugno si presenterà nella lista del neo eletto all’Eliseo. Ma non è detto che sarà accettato. Giovedì i nomi della squadra “en marche” mentre a destra Marion Le Pen, nipote della sconfitta Marine, lascia (per un pò) la politica. Il nonno Jean Marie: “E’ una diserzione”
“E’ tempo di rifondare l’Europa per andare più lontano”. Il presidente eletto dalla Francia, Emmanuel Macron, affida a un videomessaggio pubblicato su twitter la sua dichiarazione di plauso e di sostegno ai 67 anni dal 9 maggio del 1950 quando l’allora ministro degli Esteri francese Schuman propose la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio. “Voglio che l’Europa sia degna delle promesse di ieri per realizzare le promesse di domani”, insiste il presidente che, garantisce, “non sarà mai seduto” e promette di rimettere in marcia anche la Ue e i suoi grandi valori di pace e libertà.
Ma intanto, a due giorni dalla vittoria del presidente senza partiti, è la politica francese a essere in grande subbuglio. La fuga dal Partito socialista francese, fermo secondo i sondaggi ad appena il 9% dei consensi, è già iniziata. L’ex premier, Manuel Valls, ha confermato che, alle elezioni politiche dell’ 11 giugno non si presenterà con il Ps, ma riproporrà la sua candidatura sotto le insegne della lista del nuovo presidente, Emmanuel Macron, La Republique en marche. “Sarò candidato nella maggioranza presidenziale e desidero unirmi al nuovo movimento” ha rivelato l’ex primo ministro socialista in un’intervista alla radio Rtl. Valls ha anche invitato tutti “i deputati uscenti, progressisti, quanti hanno esortato a votare Macron prima del primo turno, quanti “auspicavano una sua vittoria”, a fare altrettanto.
“I vecchi partiti stanno morendo o sono morti”, ha detto ancora Valls. “Il partito socialista è morto. Non i suoi valori e la sua storia, ma ormai è il passato. Tutti quelli che si riconoscono nel progetto riformista di Emmanuel Macron dovrebbero impegnarsi pienamente”, ha aggiunto. La Republique en marche è il movimento politico appena costituito da Macron sulla base della forza che lo ha portato a vincere le elezioni presidenziali domenica. Il nuovo movimento nasce con l’obiettivo di dare una maggioranza parlamentare al futuro presidente nell’Assemblea Nazionale, grazie alle elezioni di giugno; i nomi dei candidati nelle 577 circoscrizioni saranno annunciati giovedì e il neo presidente ha promesso che per metà saranno nomi nuovi della società civile e per metà politici con esperienza. Oltre all’accordo con il centrista Francois Bayrou, Macron sta facendo scouting non solo a sinistra, ma anche tra le personalità della destra moderata. La scossa del voto per l’Eliseo, infatti, ha avuto i suoi effetti anche nel campo neogollista, che cerca di recuperare consensi dopo la sconfitta di Francois Fillon.
Ma riuscire a saltare sul carro dei vincitori non è però un risultato scontato. Nella circoscrizione di Manuel Valls, ad esempio, è “già stata scelta una candidata” ha fatto sapere il comitato di En Marche. “L’investitura non è automatica” e sarà fatta in “totale indipendenza”, hanno aggiunto i responsabili del movimento di Macron.
Oltre al caso Valls, i socialisti sono dilaniati al loro interno. A rue Solferino, sede storica del Ps, si è tenuta una direzione drammatica. Il segretario socialista Jean-Christophe Cambadelis, arrivando alla riunione, ha chiarito che se Valls intende candidarsi con Macron è fuori e dovrà consegnare la tessera del partito. E dai vertici Ps arrivano anche un paio di altolà alle proposte di Macron: no all’approvazione per decreto della riforma del mercato del lavoro, la cosiddetta ‘Loi Travail’, e no alla cancellazione della patrimoniale sugli immobili. Nella piattaforma programmatica approvata nel pomeriggio dalla direzione, emerge anche la bocciatura di alcune proposte del candidato ufficiale del Ps alle presidenziali, Benoit Hamon, in particolare per quel che riguarda l’abbandono del nucleare.
E a destra, nonostante i 10,6 milioni di voti di domenica scorsa, c’è crisi al vertice. Marion Le Pen, nipote di Marine, la leader del Front National sconfitta alle presidenziali, lasciare la sua attività politica. Lo riferisce il Figaro, confermando le voci che si inseguono da tempo. La deputata annuncerà a breve la sua decisione di non ricandidarsi.
Marion, 27 anni, un figlio di tre anni, è la deputata del Fn sulla quale si appoggiavano le speranze di rivalsa dei supporter della famiglia della destra francese. Le motivazioni della scelta sarebbero di natura personale, e, spiega lei, sarà soltanto una pausa per stare più vicina al figlio, anche se, secondo il Figaro, la ragioni potrebbe essere legate anche a una crescente difficoltà della giovane a mediare tra le posizioni della zia Marine e quelle del nonno, lo storico leader del Fn, Jean Marie Le Pen.
Intanto, a due giorni dal voto che ha spinto Macron all’Eliseo, si conferma ciò che in tanti sospettavano, e cioè che anche in queste elezioni c’è stato lo zampino della Russia. Il direttore della National Security Agency (Nsa) statunitense ha attribuito la responsabilità dell’attacco hacker contro la campagna elettorale del nuovo presidente francese a Mosca, e avrebbe informato la Francia del pericolo prima della pubblicazione online dei file rubati. “Ci siamo accorti di un’attività russa e ne abbiamo parlato con la nostra controparte francese” ha spiegato l’ammiraglio Mike Rogers, direttore della Nsa.
“Li abbiamo avvertiti: “Ascoltate, osserviamo i russi, vediamo che stanno per penetrare in alcune vostre infrastrutture'” ha rivelato Rogers, nel corso di un’audizione davanti al senato statunitense. Alla vigilia del voto in Francia, migliaia di documenti riguardanti la campagna elettorale di Macron sono stati rubati e pubblicati su internet.