Lunedì scorso, in un liceo di Tourcoing, un’allieva 18enne ha preso a schiaffi l’insegnante che le chiedeva, come è previsto dalla legge, di togliersi il velo a scuola
La difesa della laicità a scuola resta una battaglia dagli esiti incerti, in Francia, a quattro anni dall’assassinio di Samuel Paty. Il prossimo 16 ottobre ricorre l’anniversario dell’uccisione del professore di storia, decapitato all’uscita di scuola a Conflans-Sainte-Honorine da un terrorista islamista dopo giorni di calunnie e vigliaccherie di allievi, colleghi e superiori. Nello stesso giorno verrà pubblicato il libro scritto dalla sorella Mickaëlle, «La lezione di monsieur Paty», nel quale viene ricostruito il clima di odio e paura che portò alla tragedia. Per 11 giorni, le persone e le istituzioni che avrebbero dovuto difendere Paty dalla falsa accusa di avere offeso Maometto si mostrarono preoccupate soprattutto di mostrare comprensione per gli accusatori e placarli, parlando di un «gesto maldestro» del professore.
Un altro insegnante di storia, Dominique Bernard, è stato assassinato da un altro islamista il 13 ottobre 2023, e nelle scuole continuano i casi di prepotenze e proselitismo islamista. Lunedì scorso, in un liceo di Tourcoing, un’allieva 18enne ha preso a schiaffi l’insegnante che le chiedeva, come è previsto dalla legge, di togliersi il velo a scuola. Ma al di là del gesto dell’allieva, a colpire sono le reazioni dell’ambiente scolastico: accanto ai colleghi che mostrano solidarietà all’insegnante aggredita, alcuni prendono le difese della ragazza, in nome della lotta alle discriminazioni e di un «vivere insieme» che troppo spesso si trasforma nella resa alle provocazioni islamiste.