19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

francia-fillon

di Anais Ginori

Risultati parziali, ma ben definiti. L’ex premier di Sarkozy sarà il candidato dei Republicains alla presidenza. Battuto Alain Juppé

Cattolico, sposato da 36 anni e padre di 5 figli, François Fillon sarà il candidato del centrodestra all’Eliseo. Una vittoria schiacciante, con il 67% dei consensi, su Alain Juppé alle primarie lo proietta ora con forza nella campagna per le presidenziali prevista ad aprile. Fillon è stato premier dal 2007 al 2012 con Nicolas Sarkozy che lo chiamava con sprezzo “il mio collaboratore” e “Mister Nobody”. Due stili molto diversi. Il primo era il candidato senza cravatta e populista, il secondo veste tweed e velluto, non predilige frasi ad effetto.
Nel primo turno, la settimana scorsa, i due ex premier avevano ‘eliminatò dalla corsa l’ex presidente Nicholas Sarkozy. Fillon aveva ottenuto il 44,2% dei consensi (1.737.327 di voti), Juppè il 28,5% (1.118.701), solo terzo Sarkozy con il 20,6% (810.143). Fillon sfiderà il candidato che il Partito Socialista sceglierà a gennaio, con elezioni primarie a cui parteciperà anche il presidente François Hollande, e la candidata della destra Marine Le Pen.
Nato a Le Mans 62 anni fa, Fillon incarna lo specchio di una Francia profonda, radicata nelle campagne. Sposato con una donna di origini gallesi, Penelope, che ha promesso di portare lo humor inglese all’Eliseo, Fillon esprime una destra “thatcheriana” e cattolica. Liberista in economia, conservatrice su famiglia e società. E’ contro l’aborto (“per ragioni di fede”), anche se ha promesso di non cambiare la legge se sarà eletto. E’ contro il matrimonio gay: non vuole cancellare la riforma socialista ma limitare al massimo le possibilità di adozione per coppie omosessuali.
Durante i comizi, per convincere i suoi sostenitori a smentire sondaggi e previsioni, ha usato spesso la frase di Papa Wojtyla: “Non abbiate paura!”. Sostenuto da alcune associazioni di cattolici di destra, ha pubblicato un libro dal titolo non equivoco: “Contro il totalitarismo islamico”. Propone di stabilire delle quote per l’immigrazione attraverso un referendum.
Se diventerà capo dello Stato, promette un programma lacrime e sangue per il paese che nessun altro candidato a destra ha mai osato proporre: 110 miliardi di euro in tagli sulla spesa pubblica, oltre 500mila funzionari pubblici da mandare a casa, aumento dell’Iva per finanziare 40 miliardi di euro di sgravi alle imprese. Grazie a questa “terapia choc”, Fillon spera di “liberare l’economia francese” e far calare sotto al 7% il tasso di disoccupazione. Per Fillon l’obiettivo del risanamento dei conti pubblici non è una novità. Già nel 2007 aveva dichiarato che la Francia era virtualmente uno “Stato fallito”.
Rispetto alla retorica populista, Fillon è un pragmatico, convinto che gli elettori possano accettare un “linguaggio di verità”. “Preferisco le parole che salvano a quelle che seducono” ripete Fillon, citando il suo maestro politico, Philippe Séguin, popolare dirigente della destra gollista morto nel 2010. Seguin era entrato in conflitto con Jacques Chirac proprio sulla mancanza di coraggio nel fare alcune riforme. Ed era stato uno dei pochi nel partito gollista a schierarsi pubblicamente contro il Trattato di Maastricht. Seguendo questo mentore, Fillon è un europeista prudente. Sogna un ritorno ai poteri degli Stati con “L’Europa delle nazioni”, chiede un governo economico formato da presidenti o capi di governi degli Stati che aderiscono all’unione monetaria.
L’elezione di Fillon all’Eliseo provocherebbe un altro choc: sul posizionamento della Francia in politica estera. E’ dichiaratamente filo-russo, amico di Vladimir Putin da quando erano entrambi premier, vuole che vengano tolte le sanzioni economiche varate contro Mosca dopo l’annessione della Crimea. “Per arginare la progressione dell’Is in Siria, Putin ha dato prova di un pragmatismo freddo ma efficace” diceva in un articolo Fillon qualche mese fa. “Putin ha salvato il regime alaouita da un crollo probabile dandogli i mezzi di riconquistare i suoi territori”. Dopo la vittoria di Trump, Fillon ha commentato: “Non temo un’alleanza Trump-Putin: me la auguro”.
Juppe, una volta accertata la sconfitta, si è immediatamente congratulato con Fillon: “Congratulazioni per l’ampia vittoria. Da stasera sono con lui, gli auguro buona fortuna per la vittoria a maggio. Ringrazio tutti anche se il risultato non è stato all’altezza delle speranze. Concludo questa campagna da uomo libero, che non ha fatto compromessi né su come è né su quello che pensa”.

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