È il primo vertice bilaterale fisico tra i due leader dallo scoppio della pandemia, in un clima di tensioni fra Washington e Pechino
È durato tre ore il summit tra i presidenti americano Joe Biden e cinese Xi Jinping. Biden e Xi Jinping hanno parlato «in modo schietto» di Taiwan, Ucraina e economia. Lo riferisce la Casa Bianca, sottolineando che il segretario di Stato Usa Antony Blinken si recherà presto in visita in Cina. Biden e Xi hanno concordato sul fatto che non si debbano usare le armi nucleari in Ucraina. Gli sherpa hanno concordato il comunicato finale di fine vertice del G20, fa sapere una fonte vicina ai negoziati. Un testo in cui verrà definito «inaccettabile» l’uso delle armi nucleari.
Joe Biden e Xi Jinping hanno inoltre concordato di riavviare i colloqui tra i due Paesi come parte dei negoziati internazionali sul clima: lo scrive il New York Times dopo il loro incontro bilaterale a margine del G20 di Bali.
l vertice del G20 comincia il 15 novembre a Bali, in Indonesia, ma il prologo politico è stato appunto l’incontro fra il presidente americano Biden e il presidente cinese Xi Jinping. Il bilaterale, il primo dallo scoppio della pandemia, è cominciato con una stretta di mano fra i due leader e l’impegno a costruire un nuovo ponte di dialogo fra le potenze.
Nel corso del faccia a faccia, Biden e Xi si sono trovati d’accordo nella contrarietà al ricorso ad armi nucleari nel conflitto in Ucraina e ribadito l’urgenza di una collaborazione per «affrontare le sfide transnazionali – quali il cambiamento climatico, la stabilità macroeconomica globale, inclusa la riduzione del debito, la sicurezza sanitaria e la sicurezza alimentare globale – perché questo è ciò che la comunità internazionale si aspetta». Gli Usa, ha detto Biden, continueranno a competere in modo «vigoroso» con la Cina, ma l’obiettivo è evitare che si sfoci in conflittualità.
Più ostico il dialogo sulle strategie di politica estera della Cina, con gli Usa che dichiarano di opporsi ad azioni aggressive su Taiwan e si dicono «preoccupati» per le pratiche in Tibet, Hong Kong e Xinjiang. Biden ha anche esortato Xi a incoraggiare la Corea del Nord a «comportamenti responsabili». La questione di Taiwan «è al centro degli interessi fondamentali della Cina» e costituisce «il fondamento politico delle relazioni Cina-Usa»: è «la prima linea rossa che non deve essere superata», ha affermato Xi. Lo riferisce una nota della diplomazia di Pechino.
Dal canto suo, Biden ha espresso a Xi preoccupazione per le «pratiche della Cina» in Xinjang, Tibet e Hong Kong, riferisce la Casa Bianca, sottolineando che il presidente americano ha sollevato con il leader cinese la questione «dei diritti umani» in generale.
L’incontro fra i due leader era stato preceduto da aperture reciproche, con l’appello di Biden a «gestire la competizione dei due nostri Paesi» e «prevenire che la competizioni possa sfociare nel conflitto». È fondamentale, spiega Biden, tenere «le linee di comunicazione aperte».
Xi ha replicato che Usa e Cina devono trovare la «giusta direzione» nei rapporti ed «elevarli», assicurando di essere «pronto a uno scambio schietto e approfondito dei nostri punti di vista sui temi di importanza strategica».
Il presidente cinese ha inoltre dichiarato che il mondo è «abbastanza grande» perché gli Stati Uniti e la Cina possano coesistere e prosperare insieme. «La Cina non cerca di cambiare l’ordine internazionale esistente o di interferire negli affari interni degli Stati Uniti e non ha alcuna intenzione di sfidare o sostituire gli Stati Uniti», si legge in una dichiarazione.
Ai margini, è giallo sulle condizioni del ministro degli Esteri russo Lavrov. L’Associated Press ha riferito di un suo ricovero in ospedale, ma il Cremlino ha smentito la notizia e diffuso un video del ministro sorridente e pronto al summit del G20.
Obiettivo: non deteriorare i rapporti Usa-Cina
L’incontro fra Cina e Usa avviene dopo mesi di tensioni su Taiwan, l’invasione russa dell’Ucraina e la linea di sostegno a Putin scelta da Pechino, la stretta sulle esportazioni in Cina di chip per i computer più avanzati, dalle quali la Cina dipende per il settore militare e garantirsi la scalata tecnologica nell’intelligenza artificiale e nell’informatica quantistica.
L’attesa più ottimistica per l’incontro Biden-Xi era che il faccia a faccia possa evitare di «deteriorare ulteriormente» le relazioni Usa-Cina, secondo le parole di fonti statunitensi: un’aspettativa che rivela bene le tensioni del momento. Quanto alla riunione del G20 domani e mercoledì, i diplomatici dei responsabili stanno cercando di capire se c’è una strada per concordare un documento politico generale finale: lo scontro è sul giudizio della guerra russa in Ucraina.
La Cina viene ritenuta vicina a Mosca, anche se i rapporti fra i due potrebbero essere visti sotto una luce diversa dopo il retroscena svelato dal Financial Times. A quanto risulta al quotidiano londinese, Putin non avrebbe avvertito Xi dell’attacco all’Ucraina, cogliendolo di sorpresa con l’escalation avviata a febbraio.
La Russia fa parte del G20, ma Putin resta a Mosca: a Bali si è presentato solo il ministro degli esteri Lavrov, scatenando il caso sul suo presunto ricovero. Per la premier Meloni si tratta della prima riunione del G20: da programma sono previsti due interventi su questione alimentare, energia e sicurezza prima, contrasto della pandemia e delle malattie globali poi (sarà interessante vedere che cosa dirà a proposito dei vaccini). Incontrerà bilateralmente Biden, Xi Jinping e il premier indiano Modi.
Von der Leyen: è un G20 speciale, Ue pronta alla sfida
Il vertice è atteso anche da Bruxelles, con la Ue decisa a giocare un ruolo di peso nelle trattive. «Questo è un G20 speciale -ha scritto su Twitter la presidente della Commissione Ursula von der Leyen – Dobbiamo affrontare le conseguenze globali della guerra della Russia sulla sicurezza alimentare ed energetica, mantenendo al contempo la nostra agenda globale. È una sfida che l’Europa è pronta ad affrontare. Anche tutte le altre potenze globali dovrebbero assumersi le proprie responsabilità».
Media: blocco di paesi contrari a critiche alla Russia
Stando ad alcune informazioni riportate da diversi media, diversi paesi si oppongono a contestare la posizione russa. D’altra parte questa non è una novità: Cina, India e Sudafrica non hanno sanzionato la Russia e si astennero dal voto dell’Onu sull’invasione dell’Ucraina. Brasile, Argentina, Messico, Arabia Saudita, Turchia, Indonesia non partecipano alle sanzioni, ma hanno condannato l’invasione russa.
Il presidente indonesiano Joko Widodo ha sempre tenuto a precisare che il G20 è una entità multilaterale che ha prioritariamente obiettivi economici per garantire la stabilità globale, tuttavia il tema Ucraina non può essere aggirato.
D’altra parte è previsto pure l’intervento di Zelensky per videoconferenza. Impossibile separare gli ambiti geopolitici e le prospettive della sicurezza internazionale da quelli dell’economia e della stabilità finanziaria per la semplice ragione che mai come in questo periodo sono strettamente legati. Come è evidente in Europa, non può esservi sicurezza energetica – e quindi la condizione per una crescita economica stabile – se un paese produttore di petrolio e gas come la Russia usa queste materie prime come arma di ricatto.
L’intreccio di economia e geopolitica sui rapporti Usa-Cina
L’impossibilità di mantenere separati economia e contesto geopolitico è altrettanto evidente nel caso delle relazioni Usa-Cina, così come le buone relazioni economiche non sono condizione sufficiente per migliorare anche quelle strategiche. D’altra parte è accaduto così anche nelle relazioni Ue-Russia, in particolare fra Germania e Russia: si tratta del cosiddetto «cambiamento attraverso il commercio» o l’«avvicinamento», che è stato il pilastro della politica estera tedesca verso Mosca. Il principio cui Biden ha indicato si atterrà lo ha indicato lui stesso prima di partire da Washington.
«L’ho detto al presidente cinese: cerco competizione non conflitto» con la Cina. Nel recente documento strategico sulla sicurezza nazionale Usa, Biden indicava che la Cina «è il solo paese con l’intento di rimodellare l’ordine internazionale e, sempre più, il potere economico, diplomatico, militare e tecnologico per portare avanti tale obiettivo». Per gli Usa, indicava il documento, “resta il nostro concorrente strategico più importante per i prossimi decenni”. Il Fondo monetario internazionale ha appena pubblicato un «focus» sulla situazione dei paesi del G20 mostrando che sono passati da una fase espansiva all’inizio dell’anno alla contrazione dell’attività “ciò vale sia per le economie avanzate che per quelle emergenti” sottolineando «la natura globale del rallentamento».