Fonte: La Repubblica
di Alessandro Ziniti
Ingenti le misure di sicurezza predisposte dal Viminale. Quasi diecimila gli uomini in campo e sette check point con metal detector. Massima attenzione anche per la manifestazione di protesta annunciata dai movimenti antagonisti
Il conto alla rovescia, per l’imponente dispositivo di sicurezza messo a punto dal Viminale, è iniziato stamattina. I sette capi di Stato e di governo che, da domani parteciperanno ai lavori di un G7 reso sempre più incandescente dall’attentato di Manchester e dalle tragedie dei migranti, arriveranno tutti nel pomeriggio e in serata a Taormina. Gli ultimi saranno il presidente americano Donald Trump che arriverà da Bruxelles e la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Taormina sembra una fortezza inespugnabile. Ogni vicolo della cittadina è presidiato da militari armati. Non sfugge neanche un angolo: sono in tre per ogni vicolo, poliziotti, carabinieri, finanzieri, militari dell’esercito armati fino ai denti. Sette check point con metal detector di ultima generazione agli ingressi della zona di massina sicurezza, per strada solo poca gente con il pass al collo e centinaia di uomini delle forze dell’ordine. Controllano, perquisiscono, filmano tutto con ogni mezzo.
Il cuore pulsante dell’imponente apparato di sicurezza messo in campo per garantire il sereno svolgimento del G7, ma anche della manifestazione di protesta annunciata dai movimenti antagonisti per sabato pomeriggio a Giardini Naxos è nella centrale operativa interforze realizzata nell’inedito scenario del meraviglioso palazzo dei Duchi di Santo Stefano riaperto e ristrutturato a tempo record per l’occasione. Grandi schermi che trasmettono in tempo reale le immagini che arrivano dalle migliaia di telecamere fisse ma soprattutto mobili disseminate nell’ampia area sottoposto a controllo da terra, dal cielo ma anche dal mare. Quasi diecimila uomini, tra forze dell’ordine e militari, cui si aggiungono gli apparati di sicurezza dei paesi stranieri ospiti, danno vita al sistema di sicurezza che fa capo al questore di Messina Giuseppe Cucchiara, elaborato con un piano a cerchi concentrici che prevede, come zona di massima sicurezza, il corso principale della cittadina delimitato da Porta Catania, Porta Messina e sbarra Timeo.
Immagini girate da elicotteri, droni, aerei, ma anche telecamere a bordo di auto e moto capaci di leggere in tempo reali targhe e darne orario e localizzazione. Tutto arriva in tempo reale e le informazioni vengono lavorate nelle decine di postazioni di lavoro nella sala al primo piano, ma anche da quella più piccola immediatamente sotto dove insieme a rappresentanti della polizia italiana lavorano fianco a fianco ufficiali di collegamento con i servizi di sicurezza dei paesi stranieri. Ieri mattina il primo ‘test’ di questa collaborazione ha portato al fermo di quattro ladri che, nella zona a mare sorvegliata da telecamere dall’alto, si erano resi responsabili di un furto. Piccola criminalita locale che nulla ovviamente aveva a che fare con il G7 ma i cui strani movimenti non sono sfuggiti alla sicurezza straniera che ne ha segnalato la posizione alla polizia italiana che li ha subito fermati. Infine, la cosiddetta sala crisi, quella che – ovviamente – l’apparato di sicurezza messo in campo dal Viminale si augura di non dover mai utilizzare. È li che, in caso di una qualsiasi emergenza, si riunirà in tempo reale il comitato ordine e sicurezza per gestire qualsiasi evento e garantire l’incolumità dei partecipanti al vertice e della cittadinanza.