Fonte: Sole 24 Ore
Razzi su Tel Aviv, a Gaza colpita casa capo Hamas. Nuovo bilancio: 192 morti, di cui 58 bambini
Mentre continua il conflitto tra israeliani e palestinesi, la diplomazia mondiale si sta muovendo per fermare l’escalation di violenza. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha tenuto una riunione di emergenza sulla situazione in Medio Oriente mentre l’Unione europea ha convocato per martedì una riunione urgente dei ministri degli Affari esteri. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha aperto l’incontro virtuale chiedendo alle parti di fermare il “ciclo insensato di spargimento di sangue, terrore e distruzione” e ha assicurato che l’Onu sta lavorando per un “cessate il fuoco immediato”. Guterres si è detto “sconvolto dal numero sempre più elevato di vittime civili palestinesi” e ha condannato i razzi lanciati da Gaza che hanno ucciso israeliani.
Alla riunione ha partecipato sia la parte israeliana sia quella palestinese, che si sono scambiate reciproche accusa per quanto accaduto negli ultimi giorni. Gli Stati Uniti hanno confermato il massimo impegno per arrivare al cessate il fuoco, mentre la Cina ha accusato Washington di aver impedito all’Onu di arrivare a una posizione unitaria e di voler marginalizzare la questione palestinese. Il presidente Usa Joe Biden ha espresso grave preoccupazione per gli attacchi da parte di entrambi i fronti ma ha anche riconosciuto il “diritto di Israele a difendersi”.
La Cina, che detiene la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza, ha invece offerto il proprio sostegno ai palestinesi, invitando le parti a riprendere i colloqui di pace sulla base di una soluzione a due Stati. Pechino ha insinuato che Tel Aviv abbia voluto intensificare gli scontri per allontanare ulteriormente gli Usa (vicini a Israele) e l’Iran (vicino ai palestinesi) mentre a Vienna sono in corso i negoziati per far rientrare entrambe le potenze all’accordo sul nucleare iraniano, fortemente osteggiato da Israele.
Intanto nell’Ue, l’Alto rappresentante Josep Borrell ha convocato per martedì un Consiglio straordinario dei ministri degli Esteri in videoconferenza “in considerazione dell’escalation in corso tra Israele e Palestina e del numero inaccettabile di vittime civili”. Borrell ne ha parlato sabato anche con il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio che, dal canto suo, ha invitato Bruxelles a “prendere una posizione chiara e unitaria e a lavorare per spingere le parti a sedersi nuovamente al tavolo dei negoziati”.
Netanyahu risponde alle critiche Usa
Il premier Benyamin Netanyahu – rispondendo implicitamente a critiche dagli Stati Uniti – ha osservato che «mentre Hamas colpisce intere città in Israele, Israele si sforza al massimo di non colpire a Gaza persone non coinvolte nei combattimenti». «Le operazioni militari a Gaza continueranno con piena forza». Lo ha detto il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, aggiungendo che «ci vorrà tempo» perché Israele raggiunga gli obiettivi fissati dalla sua campagna militare. «Speriamo che non duri troppo a lungo, ma siamo stati attaccati da Hamas», ha affermato.
A Gaza gli scontri continuano
Nessuna tregua intanto per i combattimenti fra Israele e Hamas: domenica mattina Hamas ha ripreso a bombardare con intensità le località israeliane più vicine alla Striscia. Nella nottata sono stati 130 i razzi lanciati da Gaza su Israele, compresi quelli su Tel Aviv e nel centro del Paese. L’aviazione israeliana afferma di aver colpito un centinaio di obiettivi a Gaza, anche nel tentativo di distruggere la rete di bunker militari allestiti da Hamas.
Nuovo bilancio: 192 morti di cui 58 bambini
In una settimana di continui attacchi israeliani a Gaza 192 palestinesi sono rimasti uccisi. Di essi – precisa il ministero della sanità di Hamas – 58 erano bambini e 34 donne. I feriti sono al momento 1235. Il ministero aggiunge che sotto le macerie di edifici bombardati da Israele vi sono ancora morti e feriti. Alcuni media locali aggiungono che nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 42 palestinesi. Si è trattato dunque della giornata più cruenta dall’inizio delle ostilità.
«Colpita sede ministero Interni Hamas»
Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato su Twitter di aver colpito la sede del ministero dell’Interno di Hamas a Gaza city, mentre continuano raid e bombardamenti contro la Striscia. L’Idf ha aggiunto che l’edificio serviva a scopi militari, ma non ha fornito altri dettagli, scrive Times of Israel. «Dio aiuti il popolo di Gaza. Negli ultimi 45 minuti il bombardamento più pesante vicino all’edificio con i nostri uffici dell’Unrwa». Così, intorno all’1 di questa notte, Matthias Schmale, direttore dell’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), dava conto del massiccio attacco israeliano su Gaza City che ha sfiorato anche la sede dell’agenzia Onu.
Israele: esercito, da Gaza 2.900 razzi, 1.150 intercettati
Sul fronte militare, un portavoce israeliano ha spiegato che dall’inizio del conflitto da Gaza sono stati lanciati verso Israele 2.900 razzi, ma 450 di essi si sono rivelati difettosi e sono caduti all’interno della Striscia. Le batterie Iron Dome hanno intercettato 1.150 razzi. Altri ancora sono caduti in zone aperte. Nelle ultime 24 ore, secondo il portavoce, Israele ha colpito a Gaza 90 obiettivi di Hamas e della Jihad Islamica.
Colpita casa capo Hamas Sinwar
Tra gli obiettivi colpiti anche l’abitazione del capo dell’ufficio politico di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar. L’esercito «ha attaccato le case di Yahya Sinwar e di suo fratello Muhammd, un attivista terrorista», ha scritto l’esercito su Twitter, dove ha pubblicato un video che mostra una casa distrutta. L’esercito non ha specificato se al momento dell’attacco Sinwar si trovasse in casa. «Entrambi gli edifici – ha specificato l’esercito – erano utilizzati come infrastrutture militari da parte dell’organizzazione terroristica di Hamas».
Isreale: «Torre media nascondeva base operativa Hamas»
L’esercito israeliano, con un post su Twitter, è tornato a parlare dell’abbattimento della torre dei media internazionali a Gaza. «Ieri abbiamo preso di mira un’importante base operativa per le informazioni militari di Hamas nella Torre di Al Jala a Gaza», si legge nel post che spiega i motivi della distruzione della torre dei media di Gaza, dove avevano sede anche le redazioni locali dell’agenzia Associated Press e di Al Jazeera.
Secondo l’esercito di Israele, nella base ospitata nella torre sono state raccolte «informazioni per gli attacchi contro Israele», prodotte armi e posizionate attrezzature per ostacolare le operazioni dell’esercito.
«Abbiamo avvertito i civili nell’edificio del nostro attacco preoccupati per la loro sicurezza e abbiamo dato loro abbastanza tempo per evacuare l’edificio in sicurezza. Hamas e la Jihad islamica hanno utilizzato questo tempo per portare le loro cose fuori dall’edificio». Ma, aggiunge l’esercito, «eravamo disposti a pagare quel prezzo per non danneggiare alcun civile».