19 Settembre 2024
donna lavoro

I dati dell’Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato dell’Inps: nel 2022 la differenza di retribuzione tra uomini e donne in Italia ha raggiunto i 7.922 euro. Il divario è “significativamente correlato” alla maggiore presenza di lavoro part time tra le lavoratrici

E’ una notizia che non sorprende ma solo un nuovo dato che certifica come nel mondo del lavoro la parità tra uomini e donne sia ancora lontana: la differenza salariale tra uomini e donne nel settore privato raggiunge nel 2022 quasi 8 mila euro l’anno. Lo dicono i dati dell’Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato dell’Inps che registra un gender pay gap di 7.922 euro. La retribuzione media annua complessiva di chi lavora in Italia è di 22.839 euro; per il genere maschile è di 26.227 euro contro i 18.305 euro del genere femminile. Le differenze sono marcate anche tra i territori con le retribuzioni medie nel 2022 più elevate nell’Italia settentrionale, pari a 26.933 euro mentre per Sud e Isole le medie sono di 16.959 e 16.641 euro. Tra le Isole e il Nord-Est la differenza è di 7.333 euro.
E se i dipendenti privati crescono, lo scorso anno sono stati il 4,3% in più rispetto al 2021, crescono anche le posizioni lavorative, quasi 15 milioni in tutto ed anche le imprese, l’1,6% in più rispetto all’anno precedente. Ma a fronte di una dimostrata vitalità nel mondo del lavoro il divario resta. E non solo evidentemente per il trattamento retributivo in senso stretto.

Il divario? “Colpa” del part time
Il divario di stipendio, rileva l’Inps, risulta significativamente correlato alla maggiore presenza di lavoro part time tra le femmine. Infatti, il numero di lavoratrici che nel 2022 hanno avuto almeno un rapporto di lavoro part time è pari a 3.584.665, contro 2.066.260 maschi. Nel 2022 il 21% dei dipendenti maschi ha avuto almeno un rapporto di lavoro a tempo parziale mentre tra le femmine la quota di lavoratrici con almeno un part time nell’anno è pari a circa il 49%.

Part time in crescita
Il fenomeno del part time comunque è in crescita nel suo complesso. Nel 2022 nel complesso oltre un terzo dei lavoratori (33,3%) ha avuto nel corso dell’anno almeno un rapporto di lavoro part time; il livello massimo era stato raggiunto nel 2019 (34,5%) mentre nel 2008 tale quota era ben inferiore (pari al 23,3%).

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