Fonte: La Stampa
di Giuseppe Alberto Falci
Il Risiko dei sottosegretari: Nannicini verso il Lavoro. Rispunta Pescante
Nessun stravolgimento ma le caselle di scuola e lavoro subiranno importanti novità. In particolare nel caso del dicastero del welfare c’è chi pronuncia la parola «commissariamento». È questa la direttrice che ha intenzione di intraprendere Paolo Gentiloni per aggiornare la lista dei sottosegretari. Il risiko dei 45 posti di sottogoverno ha accompagnato le giornate di feste del premier in carica. E con molta probabilità giovedì, dopo il consueto incontro con la stampa parlamentare, Gentiloni convocherà un Consiglio dei ministri per formalizzare le scelte. In questi giorni si è parlato di incomprensioni fra il premier e Matteo Renzi. Gli uomini vicini al segretario Pd fanno sapere che è «solo un modo per metterli contro, ma tra Paolo e Matteo c’è perfetta sintonia e unità di veduta».
Perché allora queste voci? Il motivo sarebbe da individuare nel ritardo nello stilare la lista dei sottosegretari. Tanto è bastato per far parlare di braccio di ferro. C’era anche chi sosteneva che il tutto era legato al futuro «azzeramento» della segreteria del Pd che avverrà nella prima decade del mese prossimo. Ma Gentiloni rivendica la composizione «lampo» della squadra dei ministri. «Non è strano dunque che per i sottosegretari si impieghi qualche giorno in più», filtra da Palazzo Chigi. Adesso che la fase più delicata è passata, il premier annuncerà le novità.
Per far rientrare le polemiche dopo le recenti uscite di Giuliano Poletti e per mettere in sicurezza il Jobs Act, il premier starebbe pensando di spostare il sottosegretario Tommaso Nannicini dalla presidenza del Consiglio al Welfare. Una sorta di «commissariamento» in vista anche della mozione di sfiducia contro Poletti presentata da M5s, Lega Nord e sottoscritta da Sinistra Italiana. Che potrebbe essere sostenuta e votata dalla minoranza Pd. E dunque indebolire ancor più il ministro in carica. L’altro dicastero che ha subito scosse e che va per questo rafforzato è il ministero della Scuola.
La polemica sul titolo di studio di Valeria Fedeli ha scatenato i social e aizzato ancora una volta il mondo dei docenti contro l’esecutivo. Ad intervenire e mettere una pezza dovrebbero essere due profili incontestabili: il maestro di strada Marco Rossi Doria, e la deputata Silvia Fregolent, molto stimata sia da Renzi che da Gentiloni. Anche se corre voce che avrebbe buone chances Francesca Puglisi, senatrice ed esperta del settore. In questa giostra dei nomi dovrebbe avere un ruolo Matteo Richetti, leopoldino della prima ora che ha vissuto un periodo di oblio ma che oggi sembra essere tornato nelle grazie di Renzi. Sembra data per fatta e manca solo l’ufficialità la nomina di Emanuele Fiano a sottosegretario all’interno con delega al Copasir.
Il nome di Laura Coccia, deputata Pd ed ex campionessa paralimpica, viene sussurrato per il ministero dello Sport. Lorenza Bonaccorsi, deputata dem e in passato capo della segreteria di Gentiloni quando era ministro delle Comunicazione, è tra quelli che probabilmente avranno una responsabilità nell’esecutivo. Il dilemma resta Denis Verdini. Quanti sottosegretari avrà Ala? In principio l’ex plenipotenziario di Berlusconi ne avrebbe chiesti 5: «Un riconoscimento politico dopo aver donato sangue per più di un anno». Ma Gentiloni si sarebbe opposto perché, assicurano, «la maggioranza c’è a prescindere da loro».
Il punto di caduta potrebbe essere il seguente: due sottosegretari ma di tipo tecnico. Uno c’è già ed è Cosimo Ferri, uscente alla Giustizia, che verrebbe confermato in quota Verdini. Il secondo ed è una sorpresa si chiama Mario Pescante, ex segretario generale del Coni. Pescante è stato uno promotori del comitato per il Sì costituito da Marcello Pera e Verdini. Enrico Zanetti dovrebbe traslocare al ministero dello Sviluppo economico. Infine non dovrebbero esserci problemi per la delegazione di Angelino Alfano.