In un atteso rapporto che fa il punto sul programma NextGenerationEU nato sulla scia della pandemia nel 2020, la Commissione europea si è detta ottimista sul futuro della crescita nell’Unione europea
n un atteso rapporto che fa il punto sul programma NextGenerationEU nato sulla scia della pandemia nel 2020, la Commissione europea si è detta ottimista mercoledì 21 febbraio sul futuro della crescita nell’Unione europea, grazie proprio all’innovativo piano di finanziamento comunitario. Sia il vicepresidente Valdis Dombrovskis che il commissario agli affari economici Paolo Gentilonihanno aperto la porta a nuovi strumenti in comune nel campo della difesa.
“I modelli dell’Istituto nazionale di ricerca economica e sociale (NIESR), con sede nel Regno Unito, indicano che nel 2022 il prodotto interno lordo dell’Unione europea è stato superiore dello 0,4% rispetto a quello che si sarebbe avuto in assenza del programma di spesa”, ha spiegato il commissario Gentiloni. “In prospettiva, le simulazioni della Commissione europea stimano che il NextGenerationEU potrebbe aumentare il PIL reale dell’1,4% nel 2026, rispetto a uno scenario senza NGEU”.
La presa di posizione giunge mentre da più parti emergono dubbi e scetticismo sul reale impatto di un programma economico da circa 750 miliardi di euro. Nel suo discorso, l’ex premier ha voluto precisare che la stima della Commissione è al netto dell’impatto positivo delle riforme previste dallo stesso NextGenerationEU. Al di là degli aspetti economici, il programma è stato particolarmente innovativo perché si basa su fondi presi a prestito dall’esecutivo comunitario sui mercati.<
Interpellato in conferenza stampa sulla possibilità di ripetere l’iniziativa per venire incontro alle necessità europee nella difesa e nella sicurezza, sulla scia della guerra russa in Ucraina, il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis è stato possibilista: “La questione della difesa è in cima all’agenda. Dovremo in futuro lavorare su questo fronte, anche a livello europeo”. Il commissario Gentiloni ha esortato la classe politica a riflettere su “nuovi possibili strumenti finanziari in comune”.
Il NextGenerationEU prevede prestiti e sovvenzioni, distribuiti ai Ventisette a seconda del loro peso economico e dell’impatto che la pandemia ha avuto sul tessuto economico. L’Italia è il paese che più ha beneficiato del programma. Nel suo rapporto, la Commissione europea sottolinea tra le altre cose che finora il paese ha usato il denaro per modernizzare la giustizia civile, adottare moderni impianti di gestione del traffico ferroviario, rafforzare l’industria verde.
Proprio l’Italia, insieme alla Spagna e alla Croazia, ha raggiunto il maggior numero di obiettivi: rispettivamente 178 (su un totale di 527), 121 (su 416) e 104 (su 372). Ciò detto, da più parti ci si interroga se i Ventisette riusciranno ad adottare le misure previste entro il 2026, come previsto dalla legislazione. Il vicepresidente Dombrovskis ha spiegato che cambiare la data sarebbe “complesso”, “con procedure di ratifica parlamentare in molti paesi”. Ha aggiunto: “Non si tratta di uno scenario probabile”.
Come ha ricordato il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, il NextGenerationEU punta in particolare sulla doppia transizione e digitale. Soprattutto la distribuzione del denaro “si basa sulla performance dei singoli paesi, e non sui costi”. L’ex premier lettone ha ammesso che la capacità amministrativa è un fattore cruciale nell’utilizzare al meglio il programma. L’Italia, con altri paesi, ha negoziato modifiche al proprio piano nazionale di ripresa e resilienza.
Finora Bruxelles ha sborsato 225 miliardi di euro. “La Commissione europea ritiene che finora siano stati soddisfacentemente raggiunti 1.153 obiettivi (su un totale di 6.266). Altri 1.238 obiettivi sono stati completati dai paesi membri (e devono ancora essere valutati dall’esecutivo comunitario, ndr). Ci aspettiamo che oltre la metà (il 54%) di tutti gli obiettivi saranno completati entro la fine del 2024”, ha aggiunto il commissario Gentiloni.