Fonte: La Stampa
Il presidente del Consiglio difende i soccorsi: «Attenzione alla voglia di trovare capri espiatori. Temo un Paese incattivito». «Il mio governo punta al reddito di inclusione»
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per la sua prima uscita televisiva come capo del governo ha scelto il salotto di Che tempo che fa. Fabio Fazio, dopo avere chiesto rassicurazioni sul suo stato di salute («Sto bene,ma devo dire, senza farmi sentire dai medici, che ho saltato la convalescenza»), ha iniziato l’intervista parlando dell’emergenza in Centro Italia. Gentiloni ha annunciato che per gestire al meglio la situazione si devono dare poteri straordinari a chi gestisce emergenza e ricostruzione, ovvero alla Protezione Civile e al commissario per la ricostruzione Vasco Errani.
«Nei prossimi 3-4 giorni ci concentriamo, e lo faremo con l’Anac e con il Parlamento, su quali possono essere questi poteri straordinari, non possiamo avere strozzature burocratiche, dobbiamo dare un segnale di accelerazione forte e chiaro» ai cittadini, tra i quali «si è diffusa la disperazione».
«La paura di quelle popolazioni è che questa diventi un’emergenza cronica», ha spiegato, per poi ammonire: «Abbiamo un doppio nemico: la lentezza e la corruzione». Ma «attenzione a scatenare questa voglia di trovare capri espiatori. Temo di lasciarci andare, temo un Paese incattivito che cerca subito il giustiziere e il capro espiatorio. La verità serve a far funzionare le cose meglio, non a cercare vendette». La difesa dei soccorsi è netta: «La reazione all’emergenza straordinaria, a mio avviso, è stata straordinaria. Noi abbiamo un sistema di Protezione civile tra i migliori del mondo».
“Non metteremo le mani in tasca ai pensionati al minimo”
La conversazione si è poi spostata sui temi economici, su Trump, immigrazione ed elezioni, con Gentiloni che ha detto che «la rigidità sugli zerovirgola non ha senso, troveremo una soluzione con Bruxelles nei prossimi mesi, forse attorno alla stesura del Def; se un aggiustamento è necessario, faremo in modo che non deprima la crescita ma aiuti a crescere» Ma «non recupereremo tra i pensionati al minimo o con pensioni basse quegli euro in più che erano stati dati in base alle previsioni di un inflazione maggiore. Mettere le mani in tasca ai pensionati che guadagnano cinque o seicento euro al mese sarebbe stato scandaloso».
“Lavoreremo con Trump ma abbiamo valori diversi”
Rispondendo alla domanda sui rapporti con il nuovo presidente degli Usa, ha detto «Abbiamo lavorato con Kennedy e con Nixon, con Bush e con Obama, lavoreremo anche con Trump ma abbiamo dei valori nei quali noi, come governo italiano ed Europa, ci riconosciamo e ai quali non rinunceremo». Perché «per noi il protezionismo non è una soluzione, per noi l’immigrato e il diverso devono certamente accettare regole ma devono essere accolti non semplicemente respinti», ha aggiunto il premier, «per noi la società aperta è un valore, è paradossale che a Davos ne parlasse il presidente cinese dato che la Cina non è un modello da questo punto di vista. Noi europei, Trump o non Trump, abbiamo questi valori e li dobbiamo difendere».
“Confido in un accordo sulla legge elettorale”
Per quanto riguarda, invece, il ritorno alle urne, «c’è molto da fare. In quanto tempo non lo decide Paolo Gentiloni, lo deciderà il Parlamento Le elezioni non sono una cosa che decido io, noi lavoriamo fino a che c’è la fiducia del Parlamento. L’importante è non mettersi nella disposizioni di chi si sente già alla fine». «Mi auguro – è il suo auspicio – che, a prescindere dalla durata del governo, tra le forze parlamentari ci sia in modo tempestivo un dialogo per leggi elettorali per Camera e Senato possibilmente non troppo disarmoniche, questo è un requisito di efficienza del sistema democratico. Confido nel fatto che dopo la decisione della Corte tra le forze politiche si arrivi ad un’intesa».
“Lavoriamo su chi è danneggiato dalla globalizzazione”
Prima del voto, però, quali sono gli obiettivi del governo Gentiloni? «Non so se sia mai esistito il renzismo. Se è la spinta di Renzi per le riforme la rivendico, C’è molta continuità con il governo precedente. La discontinuità è ovvia, io non sono Renzi anche perché non ho l’età. Voglio dare attuazione delle riforme del governo precedente. Già abbiamo dato attuazione a scuola e unioni civili. Ora lavoriamo su tre cose: primo su chi è danneggiato dalla globalizzazione, pensiamo al reddito di inclusione. Poi dobbiamo accompagnare la ripresa e ci sono mille misure da prendere, dalla giustizia alla concorrenza. Infine il lavoro, concentrandosi soprattutto su giovani e Sud». «Chi pensa allo Stato sociale come relitto del Novecento si sbaglia di grosso – è la precisazione del presidente del Consiglio – . Lo Stato sociale è una caratteristica del futuro non un relitto del passato. Noi abbiamo bisogno di efficienza e capacità delle strutture pubbliche, ma questo stato sociale ha a che fare con un modo di lavorare e di vivere diverso da quando ero ragazzo. abbiamo a che fare con una realtà più mobile». Infine: «Abbiamo tante lentezze burocratiche ma non abbiamo un cattivo sistema sociale. L’Italia non parte troppo indietro. Non abbiamo, in generale, una cattiva scuola».