Fonte: La Repubblica
Intervento comune dei presidenti delle due banche centrali, Weidmann e de Galhau: l’Eurozona si trova “chiaramente a un bivio”, scrivono, e i paesi membri devono cedere parte della loro sovranità “per ristabilire la fiducia nella zona euro”
Anche la Germania pensa alla creazione di una figura politica di riferimento per i problemi economici e finanziari dell’area con la moneta unica. La proposta non arriva da personalità di poco conto: sono il capo della Bundesbank, Jens Weidmann, e il numero uno della Banca centrale francese, Francois Villeroy de Galhau, a proporre “la creazione di un ministero delle Finanze per l’Eurozona”. Anche il ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ha chiesto maggiore condivisione dei problemi Ue.
La proposta dei due banchieri centrali è stata messa nero su bianco in un intervento comune, pubblicato dalla Suddeutsche Zeitung, alla vigilia delle consultazioni dei ministri delle Finanze francese e tedesco. L’Eurozona si trova “chiaramente a un bivio”, scrivono, e i paesi membri devono cedere parte della loro sovranità “per ristabilire la fiducia nella zona euro”.
L’uscita pubblica non è di poco conto, soprattutto se si considera la firma del ‘falco’ tedesco, da tempo contrario ad alcune delle politiche messe in campo dalla Bce di Mario Draghi per il sostegno dei mercati finanziari e dell’economia. Proprio il governatore della Bce, d’altra parte, ha indicato la creazione di un interlocutore politico al ruolo della Banca centrale come una delle priorità da conseguire nel prossimo futuro, insieme alla creazione di una garanzia europea dei depositi che completi il percorso dell’Unione bancaria. Non sfugge che, nell’avallare questa strada, proprio i due governatori nazionali mettono a nudo nel loro intervento il fallimento della Banca centrale europea in tema di raggiungimento di un’inflazione al 2%.
Secondo i banchieri centrali, le strade che partono dal bivio conducono l’una verso un processo di rinazionalizzazione, l’altra verso un rafforzamento dei fondamenti dell’Unione monetaria. Per seguire la seconda strada, l’unica davvero valida “è necessario erigere tre pilastri economici: programmi di riforme strutturali nazionali perseguiti con determinazione, un’unione finanziaria e d’investimento ambiziosa e una migliore governance economica”. Potrebbe sembrare uno dei tanti propositi, buoni ma senza seguito, avanzati a Bruxelles, anche se stavolta non arriva da rappresentanti politici. Weidmann e Villeroy de Galhau si spingono tuttavia oltre i semplici propositi e spingono sulla maggiore condivisione di sovranità “che gli Stati della zona euro dovrebbero concedere”. Un percorso politico, per loro stessa ammissione ma “che potrebbe partire, per esempio, dai seguenti elementi: un’amministrazione europea efficace e meno frammentata con l’obiettivo di costruire un Tesoro comune, insieme con un Consiglio di bilancio indipendente e un organo politico più forte per prendere le decisioni politiche, sotto il controllo parlamentare. Queste nuove istituzioni permetterebbero di ristabilire l’equilibrio tra responsabilità e controllo”.
Più di un esponente politico, in Europa, avrà fatto un balzo nel leggere il documento elaborato dal presidente della Bundesbank e dal governatore della Banque de France. Chi a causa della provenienza della proposta, quel binomio Francia-Germania che domina in Eurozona. Chi a causa della richiesta di maggiori concessioni di sovranità nazionale. Consapevoli delle resistenze che l’idea potrebbe incontrare, Weidmann e Villeroy de Galhau propongono un’alternativa: “Se i Parlamenti dell’Eurozona si dovessero ritrarre davanti alla dimensione politica di una vera unione, non resterebbe che l’opzione di un approccio decentralizzato, fondato sulla responsabilità individuale e su regole ancora più strette. In questo scenario le regole di bilancio che sono state già rafforzate, dovranno essere completate”.