19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

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Fiamme in due centri industriali a sud di Francoforte, distanti tra loro una ventina di chilomentri. L’incidente più grave è avvenuto alle 11.30 a Ludwigshafen, dove si è sprigionata anche una grande nube nera. Due persone decedute, sei in ospedale e due ancora non rintracciati. E’ stato il 15esimo incidente verificatosi nella struttura negli ultimi 12 mesi. Appello ai residenti: “Restate in casa”. Due ore prima fuoco anche nella sede che lavora materie plastiche a Lampertheim: feriti quattro operai. La polizia locale esclude terrorismo

Almeno due morti e diverse persone sono rimaste ferite in due esplosioni avvenute in impianti chimici del gigante tedesco Basf, in due cittadine distanti una ventina di chilometri, Ludwigshafen e Lampertheim, a sud di Francoforte nell’ovest del paese. L’incidente più grave è avvenuto intorno alle 11.30 della mattina a Ludwigshafen. A sera il bilancio reso noto dalla portavoce dell’azienda, Silvie-Kristin Wemper, parla di due morti, sei feriti e due persone ancora non rintracciate. Le cause sono ancora da accertare, ma sembra che sia scoppiato improvvisamente un incendio in una tubazione tra l’area in cui i liquidi vengono scaricati e i serbatoi di stoccaggio. Poi l’esplosione, avvenuta nel porto nord sul Reno, e la colonna di fumo visibile a decine di chilometri.  La stessa Basf ha chiesto alla locale popolazione “di evitare gli spazi aperti e di lasciare chiuse porte e finestre delle abitazioni”.  E’ stato il 15esimo incidente verificatosi nella struttura solo negli ultimi 12 mesi, così riferisce il settimanale Focus sottolineando che le autorità cittadine – prima della tragedia odierna – avevano già convocato per il 26 ottobre i vertici della Basf proprio per l’alto numero di problemi nell’impianto.
Dopo il boato, sul posto sono giunte diverse squadre dei vigili del fuoco. Subito un tweet dell’amministrazione di Ludwigshafen ha avvertito la popolazione dell’esplosione, attivando le sirene d’allarme in tutta la città e invitando la popolazione a restare in casa. E molti abitanti hanno cominciato a segnalare di avere problemi respiratori. “L’esplosione e le fiamme si sono verificate durante il lavoro su un sistema di tubature e gasdotto”, si è limitato a dire il gruppo tedesco in una nota, sostenendo che “non è ancora noto che tipo di sostanze si siano sprigionate nell’aria”. Poi, intorno a metà pomeriggio l’azienda ha fatto sapere che, in base ai suoi controlli in loco, non ci sarebbero “sostanze tossiche o pericolose in aria o in terra”. E anche il portavoce della città di Ludwigshafen ha confermato che “non sussistono pericoli di salute”.
Nella prima mattina, in un altro impianto Basf non distante, quello che lavora materie plastiche a Lampertheim, sarebbe esploso un filtro e quattro dipendenti sono rimasti feriti e sono stati trasportati in ospedali. Due ore dopo una deflagrazione più potente, a Ludwigshafen, con l’azienda che ammette che ha causato “vari” feriti e dispersi. Tutte le attività nei centri industriali coinvolti sono state sospese.
Il sito di Ludwigshafen, a circa 80 chilometri da Francoforte, è uno dei più grandi impianti chimici del mondo, con un’area di 10 chilometri quadrati ei 39mila dipendenti. E sui media locali rimbalzano le immagini della grande colonna di fumo che si alza dall’area portuale dell’insediamento sul fiume Reno, terminale di liquidi infiammabili, come nafta e metanolo.
Non chiare le cause delle esplosioni, ma forse sarebbe stata solo una casualità il fatto che si siano verificate nel giro di poco più di due ore l’una dall’altra e a distanza di pochi chilometri. Secondo l’agenzia Dpa, la polizia di Ludwigshafen si dice certa che non vi è alcun indizio di un possibile doppio attentato terroristico nell’area degli impianti Basf.

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