Fonte: La Repubblica
di Luca Pagni
Domenica scorsa, l’elettricità prodotta da fonti verdi ha coperto, per un momento, il 90 per cento della domanda. E’ successo alle undici del mattino, con un picco di 55 gigawatt sui 58 richiesti. La Germania dopo Fukushima ha deciso di abbandonare il nucleare per le rinnovabili
Gli scettici diranno che era domenica e che il record è stato toccato solo per un breve momento di punta. Ma a nessuno potrà sfuggire il valore simbolico (e non solo) di quanto che è accaduto in Germania nello scorso fine settimana. I dati ufficiali dicono che c’è stato un momento della giornata in cui l’energia elettrica prodotta è stata coperta per il 90 per cento da fonti rinnovabili.
E’ accaduto attorno alle undici della mattina, quando 55 dei 58 gigawatt necessari in quel momento per soddisfare le esigenze delle famiglie e delle imprese in attività anche nel week end sono state soddisfatte da eolico, solare, idroelettrico e biomasse. Non è un caso che questo sia accaduto proprio in Germania: da un lato perché si tratta della prima economia europea, nonchè della quarta al mondo per prodotto interno lordo. Ma è stata anche la Germania è stata la pioniera per l’introduzione delle rinnovabili all’interno del sistema energetico nazionale. Senza contare che la notizia dà ragione al cancelliere Angela Merkel: dopo l’incidente alla centrale atomica di Fukushima, ha avviato l’abbandono dell’energia atomica con un piano che prevede la dimissione degli impianti atomici tedeschi entro il 2023. Per puntare tutto sulle energie verdi e il gas naturale.
Del resto, la Germania è il primo paese al mondo per la produzione di fotovoltaico, secondo i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia, davanti persino a un paese molo più popoloso come gli Stati Uniti, ma con la Cina che sta recuperando velocemente posizione. Ma il successo della Germania non è solo una questione industriale: le tecnologie verdi sono state spostare anche dalla popolazione, visto che un terzo degli impianti “solari” presenti è frutto di installazione per uso “personale”.
Il dato di domenica scorsa è, ovviamente, eccezionale. Frutto della scarsa domanda del giorno festivo e tenendo conto che le energie rinnovabili hanno solitamente la priorità per l’immissione nella rete elettrica nazionale. In altre parole, vengono chiamate per prime a soddisfare la domanda. Nei giorni normali, le energie verdi coprono in media il 30-35 per cento del fabbisogno nazionale. Da questo punto di vista l’Italia, per certi versi, è più avanti: con una maggiore disponibilità di energia idroelettrica, nel nostro paese la produzione di rinnovabili è arrivata a coprire fino al 40 per cento della produzione.
Anche se la Germania è la prima produttrice di energia fotovoltaica, l’Italia è la prima per utilizzo del fotovoltaico: l’energia solare copre ben l’8% dei suoi consumi energetici. Seguono in classifica paesi come la Grecia con il 7,4% e la Germania con il 7,1%. Anche per questo, i produttori di rinnovabili lamentano una scarsa attenzione da parte degli ultimi governi allo sviluppo delle rinnovabili. Un buon banco di prova per il neo ministro alle Attività produttive, Carlo Calenda.