Fonte: La Repubblica
di Tonia Mastrobuoni
Il ministro dell’Interno Seehofer parla al direttivo del suo partito e poi annuncia il passo indietro. La cancelliera alla Zdf: “Un accordo con l’Italia non era possibile”
Colpo di scena. I risultati del vertice europeo della scorsa settimana “non sono equivalenti” ai respingimenti ai confini che Horst Seehofer – leader della Csu bavarese da sempre alleata della Cdu – minaccia da tempo. Il ministro dell’Interno avrebbe definito “inutile” il faccia a faccia con Angela Merkel e “insoddisfacenti” le proposte più recenti della cancelliera, arrivando addirittura a dimettersi sia dal governo che dal partito.
Seehofer ha annunciato le sue intenzioni di lasciare l’incarico durante la riunione a porte chiuse della Csu a sud di Monaco. A confermarlo l’agenzia Dpa, citando fonti che hanno partecipato alla riunione dei vertici del partito a Monaco. La Csu vuole un incontro di vertice con la Cdu, e Seehofer deciderà subito dopo cosa fare. Il ministro ha offerto le sue dimissioni, rifiutate per ora come inaccettabili dal capogruppo del partito nel Bundestag, Alexander Dobrindt.
Secondo indiscrezioni, il capo della Csu continuerebbe a ritenere utili soltanto i respingimenti direttamente alle frontiere tedesche. Al termine della riunione, in cui sono annunciati soprattutto interventi degli anti-merkeliani di ferro come il capogruppo Alexander Dobrindt, ci sarà una votazione. E Seehofer – fatto irrituale – ha annunciato una conferenza stampa.
Poco prima, durante un’intervista con la Zdf, Merkel si era mostrata dialogante, aveva insistito che non si possono prendere “decisioni unilaterali” come i respingimenti ai confini, aveva aggiunto però che “non vogliamo alzare i ponti levatoi”, segnalando la disponibilità al dialogo. E aveva dichiarato di ritenere l’accordo europeo “equivalente”, a una stretta ai confini.
Pochi minuti dopo, la smentita di Seehofer. A una domanda, Merkel non ha risposto: quando il cronista le ha chiesto se porrà la questione di fiducia al Bundestag, nel caso Seehofer realizzi lo strappo. Ma è innegabile, ha ammesso, che “la situazione è seria”.
E sull’Italia: “Un accordo con Roma non era possibile. L’Italia vuole prima ottenere una riduzione dei migranti che arrivano in quel Paese. Il premier ha detto che hanno l’impressione di essere stati a lungo piantati in asso”.