L’impressione, nei bilanci tra arrivi e partenze, è di averci rimesso; sono andati via i lavoratori. Il paradosso: aumentano i voli «low cost» e a terra decolla il costo degli alloggi
Nel 2023 in Lombardia si è registrato un saldo migratorio negativo di – 5.760 giovani. Non sono solo cari gli affitti, è basso il reddito da lavoro. La «dignità», da lavoro, non ha pari. Non è una merce scambiabile. Neanche con il «turismo», che pure ha avuto il merito di farci vedere follie burocratiche e guardare con nuovi occhi le nostre bellezze. Abbiamo innovato, liberalizzato, riorganizzato «i tempi della città».
Avremmo potuto dire: un’infrastruttura utile per un viaggiatore migliora la vita dei cittadini. Collegamenti, offerta, servizi. Quella che Andrea Ichino e Alberto Alesina definivano «l’Italia fatta in casa», sarebbe uscita migliore. Perché ogni servizio assente allora ne copriva uno sotto banco. Quindi il turismo ci ha obbligati a dismettere abitudini e pigrizie, politiche raffazzonate. Alzare il livello.
Fino a un certo punto è stato così. Poi al posto dei locali storici: le immagini per i menù turistici. E l’impressione, nei bilanci tra arrivi e partenze, è di averci rimesso; sono andati via i lavoratori. Il paradosso: aumentano i voli «low cost» e a terra decolla il costo degli alloggi. La sintesi dei nostri tempi, nel «codice» di sblocco delle case. Dove c’erano i creativi, i dipendenti, i manager in cravatta, ora turisti spennati. Con la perdita in qualità e «sostenibilità sociale». Le città non si possono reggere (solo) sul terzo settore e sul terziario, conta il futuro negli occhi dei suoi laureati.