«Il decreto Aiuti tempestivo, ora le Regioni devono aggiornare i prezziari»
«Il Pnrr può costituire una potenziale difficoltà, legata alla disponibilità di risorse umane qualificate, depauperate anche da tanti anni senza investimenti, soprattutto per i Comuni, alcuni dei quali molto piccoli. E la preoccupazione che abbiamo ci ha indotto ad avviare l’assistenza tecnica». Dal palco del Festival di Trento, il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, intervistato ieri dal capo della redazione romana del Sole 24 Ore, Giorgio Santilli, lancia un assist cruciale per le amministrazioni impegnate nella progettazione e nella messa a terra del Recovery Plan.
Su opere assistenza tecnica per i Comuni
Una strada da battere, ribadita, poi, anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, che al Mims ha già conosciuto una declinazione assai puntuale, come ricorda lo stesso ministro riprendendo uno degli investimenti più significativi del Recovery, quello legato al programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (Pinqua), su cui il suo dicastero si è mosso con particolare rapidità ed efficacia: «Conoscendo la difficoltà del Comuni, abbiamo attivato insieme a Invitalia, Cdp e Anci un programma di assistenza tecnica. In questo modo è stato individuato un cluster di 413 opere e sono arrivate 523 offerte delle imprese con più di 300 operatori pronti ad aiutare i Comuni nella progettazione».
Condotte in porto tre delle quattro riforme per il 2022
Insomma, un esempio virtuoso da replicare anche altrove. E cruciale per l’efficace riuscita del Recovery, la cui attuazione, chiarisce Giovannini, «per noi è cominciata un anno fa quando abbiamo inviato il piano a Bruxelles e sul quale, da dicembre, abbiamo avviato un monitoraggio trimestrale su riforme e investimenti». Che, nel bilancio tracciato dal ministro, marciano senza intoppi con riferimento al Mims. «Delle 4 riforme in capo al ministero delle Infrastrutture per il 2022, ne abbiamo condotte in porto già 3, che andavano a scadenza nel secondo semestre, e sulla quarta, quella relativa alle concessioni portuali, c’è una fase di consultazione sul decreto del presidente della Repubblica». Quanto agli investimenti «siamo molto avanti», aggiunge Giovannini che cita, tra l’altro, il caso dei porti «che dovevano bandire delle gare per almeno ⅓ degli investimenti e dove siamo quasi al 40% dei bandi già emessi o che saranno pubblicati entro il 30 giugno».
Il ministro torna poi sul nodo degli extracosti dell’energia e delle materie prime, amplificati dalla guerra, per ricordare che con il decreto aiuti è stato fatto «un intervento indispensabile e tempestivo per tranquilizzare le imprese ed evitare che bandi particolarmente importanti andassero deserti. E i costruttori hanno riconosciuto l’impegno del governo». Certo, ammette Giovannini, «non abbiamo risolto completamente il problema, ma abbiamo definito un meccanismo di adeguamento dei prezzi più favorevole alle imprese se questi salgono e più favorevole alle stazioni appaltanti se, invece, scendono». Mentre, sul fronte dei prezziari regionali, «è un tema in discussione con linee guida che stiamo faticosamente negoziando con le Regioni. E stiamo rendendo omogeneo il modo in cui si calcolano i prezziari anche per dare trasparenza al mercato. C’è un po’ di discussione, ma credo che nelle prossime settimane arriveremo a un meccanismo condiviso».
Sul tavolo una revisione del Recovery
Il governo, quindi, sta approntando delle contromisure per arginare l’impatto di questo delicatissimo nodo, ma non c’è sul tavolo una revisione del Recovery. «Alcuni singoli progetti possono essere rivisti, ma l’impianto del Pnrr non è da rivedere – sottolinea il titolare del Mims -, semmai è da rafforzare con fondi europei ulteriori, a cominciare da quelli assicurati dal RepowerEu. Abbiamo una quantità di risorse europee importantissima che va orientata nella giusta direzione. E anche le Regioni devono muoversi in questo senso evitando distribuzioni a pioggia, ma seguendo la griglia logica del Pnrr».