19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

Giubileo papa

di Gian Guido Vecchi e Ester Palma

Varchi aperti dalle 6,30, afflusso regolare: alle 9,30 la Messa del Papa, alle 11 l’apertura della Porta Santa e a mezzogiorno l’Angelus, in cui Francesco ha affidato Roma alla Madonna: «Asciughiamo qualche lacrima e doniamo un po’ di gioia. Ad imitazione di Maria»

«Diventiamo tutti artefici di misericordia, se possiamo asciughiamo qualche lacrima e doniamo un po’ di gioia. Ad imitazione di Maria, siamo chiamati a diventare portatori di Cristo e testimoni del suo amore, iniziando da quelli che Gesù ci ha indicato dicendo “avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere”. Papa Francesco recita l’Angelus in piazza San Pietro e spiega: «Celebrare questa festa dell’Immacolata comporta due cose: accogliere pienamente Dio e la sua grazia misericordiosa nella nostra vita; diventare a nostra volta artefici di misericordia mediante un cammino evangelico». E la figura di Maria diventa la «madre di un’umanità nuova, la prima salvata dall’infinita misericordia del Padre, quale primizia della salvezza che Dio vuole donare ad ogni uomo e donna, in Cristo. Per questo l’Immacolata è diventata icona sublime della misericordia divina che ha vinto sul peccato. Anche noi lasciamoci abbracciare dalla Misericordia di Dio». E a Maria, ancora una volta il Papa ha affidato la città di Roma: «Oggi pomeriggio mi recherò in Piazza di Spagna, per pregare ai piedi del monumento all’Immacolata e poi andrò a S. Maria Maggiore. Vi chiedo di unirvi spiritualmente a me in questo pellegrinaggio, che è un atto di devozione filiale a Maria, Madre di Misericordia. A Lei affiderò la Chiesa e l’intera umanità, e in modo particolare la città di Roma».E ha concluso, fra gli applausi scroscianti, chiedendo un saluto per papa Benedetto e dicendo: « A tutti auguro una buona festa e un Anno Santo ricco di frutti, con la guida e l’intercessione della nostra Madre. Un Anno Santo pieno di misericordia. Per favore, chiedete questo al Signore anche per me che ne ho tanto bisogno».

L’apertura della Porta santa

Un abbraccio caldo e forte con l’applauso dei fedeli sulla piazza: così si sono salutati sul sagrato di San Pietro i due Papi: quello emerito, Benedetto XVI, e Francesco. Che subito dopo, alle ore 11,12, ha aperto la Porta Santa: con qualche difficoltà: ha dovuto spingere più volte i battenti perchè era troppo pesante. «Fratelli e sorelle, si apre davanti a noi la Porta Santa: è Cristo stesso che, attraverso il ministero della Chiesa, ci introduce nel consolante mistero dell’amore di Dio, amore senza misura che abbraccia l’umanità intera. Disponiamo il nostro cuore all’azione dello Spirito Santo, desiderosi di corrispondere, con gioiosa prontezza, alla comune vocazione cristiana: la santità. Avviamoci in pace nel nome di Cristo», sono state le parole del Diacono. E Francesco ha pregato: «Padre Santo, ricco di misericordia e grande nell’amore, ti lodiamo con tutto il cuore e ti rendiamo grazie per la sovrabbondanza dei tuoi doni. Guarda a noi, che in questo giorno abbiamo aperto la Porta Santa e lieti abbiamo dato inizio al tempo giubilare. Concedi, ti preghiamo, a tutti coloro che varcheranno la Porta della Misericordia, con animo pentito, rinnovato impegno e filiale fiducia, di fare viva esperienza della tua tenerezza paterna e di ricevere la grazia del perdono per testimoniare, in parole e opere, il volto della tua misericordia». Fra i primi a varcare la Porta il presidente Mattarella con la figlia.

Il ricordo del Concilio

«Oggi varcando la Porta Santa vogliamo anche ricordare un’altra porta che, cinquant’anni fa, i Padri del Concilio Vaticano II spalancarono verso il mondo». Il millesimo giorno di pontificato Francesco cade nella festa dell’Immacolata e soprattutto nel cinquantesimo anniversario della fine delle Assise che Paolo VI chiuse come un’espressione di “simpatia immensa” nei confronti del mondo, parlando di una Chiesa per la quale «nessuno è estraneo, nessuno è escluso, nessuno è lontano».

 Nell’omelia il senso del Giubileo

Prima di aprire la Porta Santa della Basilica di San Pietro – dopo l‘ “anticipo” di dieci giorni fa a Bangui, nel Centrafrica in guerra civile – il Papa dispiega nell’omelia il senso dell’Anno Santo che ha voluto incentrare sulla misericordia. E dice: «Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio, e in ogni caso il giudizio di Dio sarà sempre nella luce della sua misericordia. Attraversare la Porta Santa, dunque, ci faccia sentire partecipi di questo mistero di amore. Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tutto trasforma». In piazza ci sono poche decine di migliaia di persone, più che le file ai metal detector l’effetto della paura coltivata negli ultimi giorni, via della Conciliazione è solo una strada di passaggio e dentro al Colonnato del Bernini i fedeli arrivano poco oltre l’obelisco centrale. Giornata grigia, sampietrini che luccicano di pioggia.

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