Fonte: Corriere della Sera
di Marco Galuzzo
Il premier già voleva attendere per le misure anti Covid. Ma il vero snodo del confronto è stata la riforma Cartabia
Una settimana in più per decidere sul green pass e sull’eventuale obbligo di vaccinazione anche per i docenti. Salvini in qualche modo rivendica il risultato, ma a Palazzo Chigi preferiscono metterla in un altro modo: non ha vinto nessuno, anzi l’incontro è stato molto soddisfacente per Draghi, sia perché ha incassato una fiducia completa della Lega sulla giustizia, sia perché sulle misure che riguardano il Covid il capo del governo si è presentato di fronte al leader della Lega con un approccio molto pragmatico. In sintesi, raccontano nella staff del premier, la scelta di prendere tempo e aspettare i dati dei prossimi giorni è una scelta autonoma che Mario Draghi aveva già maturato.
Il confronto fra i due ha avuto solo un passaggio breve sulla giustizia, poi è stato quasi interamente dedicato alla campagna vaccinale, alle ulteriori misure che deve prendere il governo, alla necessità di attendere dati ulteriori prima di prendere qualsiasi decisione.
Ma proprio sulla giustizia Draghi ha incassato quello che voleva: Salvini non metterà nessun bastone al percorso della riforma, si è detto totalmente leale e d’accordo con il metodo scelto dal capo del governo, sul metodo e anche sul contenuto delle eventuali modifiche al testo che andrà approvato in Parlamento. Draghi ha deciso che prima va sciolto il nodo della riforma Cartabia, poi si prenderanno delle decisioni su Covid e scuola, trasporti e altri settori. Salvini è perfettamente d’accordo.
Ma il colloquio è servito anche a superare le incomprensioni di qualche giorno fa, quelle parole di Draghi sull’irresponsabilità di chi non si vaccina perché mette a rischio le vite altrui, parole che il leader della Lega aveva interpretato come un affondo anche contro la sua persona. Sono bastate poche parole del premier per chiarire il malinteso e metterci una pietra sopra. Per Draghi la vaccinazione è un imperativo, ma anche la libertà di pensiero e non c’è mai stato nessun intento di polemizzare.
La parte sul Covid e su un eventuale obbligo per i docenti (gli alunni per Draghi sono fuori discussione per ogni ipotesi di vaccinazione obbligatoria) è stata altrettanto piana. Salvini ha le sue idee, non vuole altre norme restrittive, per il momento Draghi non è in disaccordo. Per il capo del governo infatti occorre un ulteriore approfondimento tecnico, scientifico e di monitoraggio delle prenotazioni della campagna vaccinale: in molte regioni, spiegano ancora a Palazzo Chigi, si raggiungono al momento punte del 90% di docenti vaccinati, anche per questo per Draghi occorre al momento cautela, prudenza e anche un pizzico di fiducia sulle prossime settimane. Anche per il capo del governo, che pure non avrebbe remore a introdurre un obbligo di vaccinazione per i docenti, occorre attendere ancora alcuni giorni per verificare se la campagna vaccinale, gli appelli lanciati in questi giorni, e le misure introdotte la scorsa settimana, abbiano in qualche modo posto le basi per colmare il gap di vaccinati, intorno ai 200 mila, che ancora esiste nella categoria dei professori.
L’ipotesi che poi Salvini rivendichi un risultato raggiunto, come se avesse vinto un partita politica, per Draghi conta poco. Fa parte della dialettica di cui hanno bisogno i partiti. Ma in questo caso non c’è nessun tipo di divergenza fra la posizione del presidente del Consiglio e quella della Lega: il capo del governo sta facendo di tutto per evitare di introdurre un obbligo di vaccinazione per la categoria dei docenti, ma solo fra una settimana gli approfondimenti in corso saranno più maturi per prendere una decisione e verificarla con i leader della maggioranza. Ma questa per Draghi è un’altra partita: intanto è soddisfatto delle rassicurazioni ricevute sulla giustizia dalla Lega. Della riforma Cartabia, adesso, il presidente del consiglio parlerà con gli altri leader di maggioranza.