19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Federico Fubini

Un modo per incidere sulle scelte è partecipare alle riunioni dei Consigli dei ministri dell’Unione dove si votano le leggi. Ma i rappresentanti italiani spesso non ci sono


Le forze al governo in Italia vogliono far parte della Ue per «cambiarla dall’interno», una visione che si misurerà alle elezioni europee di maggio. Esistono però anche gli aspetti concreti, perché l’Europa vive di decisioni che toccano la vita dei cittadini sull’energia, agricoltura o industria. E dopo quasi otto mesi di governo, è possibile misurare quanto gli esponenti italiani abbiano cercato davvero di «cambiare l’Europa». Un modo per farlo è infatti partecipare alle riunioni dei Consigli dei ministri Ue dove si votano le leggi. Bisogna dunque controllare nei registri quanto spesso da giugno l’Italia e gli altri Stati con forte potere di voto (Germania, Francia e Spagna) siano stati rappresentati da ministri, non da vice o da funzionari: solo al massimo livello infatti si possono tessere alleanze per far passare (o bloccare) decisioni. Le aree più importanti sono Giustizia, Interno, Competitività, Occupazione, Trasporti, Energia, Esteri, Telecomunicazioni, Affari generali, Economia-finanza, Agricoltura, Ambiente e Commercio.
I Consigli Ue formali in queste aree si sono riuniti 42 volte da metà 2018. Per Parigi e Madrid il titolare di settore era presente nel 76,2% dei casi; per Berlino nel 71,4% e per l’Italia nel 66,6%. Per i governi di Roma questi sono dati storicamente fisiologici di «assenteismo» da Bruxelles. Per questo esecutivo si spiegano in particolare anche per alcune assenze: Salvini (Interno) è mancato due volte su due a Consigli dedicati ai controlli delle frontiere della Ue per fronteggiare l’emergenza migratoria; e Di Maio (Occupazione, Energia, Tlc, Competitività) è mancato tre volte su cinque, incluse discussioni sul gas dalla Russia o sul digitale. Di solito supplisce il ministro per gli Affari europei, ma Savona non risulta presente mai; e, almeno dai registri Ue, il suo vice Barra Caracciolo solo una volta su 42.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *