Fonte: Corriere della Sera
di Roberto Gressi
Nominato responsabile degli Affari europei, si è dimesso dagli incarichi nella Euklid Ltd, «invero a malincuore, per evitare che i validi giovani che hanno dato vita all’iniziativa» patissero le conseguenze del suo dedicarsi alla vita pubblica
Alcuni di noi non fanno nulla per i giovani. Altri fanno delle piccole cose. Altri fanno di più, e non tengono i giovani nei loro studi pagandoli niente e assumendoli mai. Miserie rispetto all’impegno del ministro Paolo Savona. Che posso fare io per loro? Si è interrogato. Presiedere la società Euklid Ltd, si è risposto. Tanto che, poco prima di diventare ministro degli Affari europei e non più dell’Economia (come avrebbe desiderato), si è dimesso dagli incarichi, citiamo le sue parole, «invero a malincuore, per evitare che i validi giovani che hanno dato vita all’iniziativa» patissero le conseguenze del suo dedicarsi alla vita pubblica. Perché con Euklid non ha «partecipato a un fondo speculativo, ma di investimento serio e innovativo», che gli permetteva di non inseguire «onori e guadagni fini a se stessi».
Eccola quindi, agli occhi del ministro, la colpa evidente di Federico Fubini, che sul Corriere si è chiesto se è normale per Savona, che al ministero dell’Economia parrebbe aspirare ancora, essere partecipe di Euklid, un fondo che opera tra l’altro su Generali, Eni, Tim e Atlantia, del quale si diventa sottoscrittori con quote minime di più di centomila euro, a portata di ogni ragazzo. Il fondo ha comunicato con ritardo le dimissioni dagli incarichi del ministro, che ne è ancora socio con cinquantamila azioni, usate anche per scommesse ribassiste sui mercati. Lo stesso Savona, per altro, custodisce poi in Svizzera un milione e trecentomila euro, regolarmente denunciati, e solo incidentalmente al riparo da qualsivoglia piano B sul ritorno alla lira. Forse a sostegno di una nazione piccola, se non giovane, come quella elvetica. Insomma Fubini e il Corriere, rivelando tutta la storia, avranno pure fatto il loro lavoro di informazione, ma hanno ignorato il Verbo: «Non sappia la mano destra quello che fa la sinistra», recita il precetto evangelico. Quando si aiuta, e soprattutto quando si aiutano i giovani, il riserbo è d’obbligo.