Fonte: La Repubblica
di Gianluca Luzi
Nel momento in cui l’economia italiana mostra segnali di ripresa concreti e finalmente abbastanza stabili, il presidente del Consiglio lancia un appello agli elettori. È il momento di consolidare i risultati e non di metterli in pericolo con un rovesciamento della politica su due temi in particolare: il fisco e le pensioni. È un attacco implicito ma molto chiaro alle promesse elettorali della destra e dei populisti in generale. Sono Berlusconi e Salvini che hanno messo nel loro programma elettorale la flat tax, ma è anche il grillino Di Maio che ha promesso di cancellare redditometro, spesometro e ogni altro controllo fiscale di questo genere oltre all’abolizione dell’Agenzia delle entrate. Ed è ancora Salvini che ha messo ai primi posti del suo programma elettorale l’abolzione della legge Fornero, malgrado una spesa calcolabile in centinaia di miliardi a regime. Su questo tema la destra non è unita perché Forza Italia ha invece difeso la legge Fornero, magari bisognosa di qualche modifica – secondo Forza Italia – ma da conservare. Quello sulla legge Fornero non è sicuramente il solo motivo di contrasto tra Berlusconi e Salvini, impegnati in una gara a chi prende più voti per garantirsi il controllo del centrodestra. Salvini ha candidato come capolista l’avvocato Giulia Bongiorno, diventata celebre per aver difeso con successo Andreotti e in seguito con alcuni processi dal grande risalto mediatico. È una star degli avvocati italiani e il suo nome è in grado di calamitare molti voti. Ora si aspetta la risposta dell’ex Cavaliere. Intanto però Berlusconi ha risposto al capo della Lega con un gesto di calcolato fair play. In caso di ritorno a Palazzo Chigi Berlusconi dice che vorrebbe Salvini al Viminale. Un impegno importante visto che solo la settimana scorsa, almeno per un paio di giorni, era stato pronosticato un ritorno nelle istituzioni politiche nazionali di Maroni, che non ricandiderà a Governatore della Lombardia, grande avversario di Salvini nella Lega. E ministro dell’Interno nel primo governo Berlusconi.