Fonte: Sole 24 Ore
di Davide Mancino
Per ogni cento italiani che risiedono nel nostro Paese, ce ne sono quasi nove che invece vivono all’estero. Secondo i numeri della Fondazione Migrantes nel suo ultimo rapporto sono infatti poco meno di meno di 5,3 milioni gli iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), che cioè hanno segnalato allo stato di essere emigrati altrove nel mondo.
La comunità più ampia, ci dicono le statistiche, è quella che vive oggi in Argentina e include quasi 850mila persone. Seguono due nazioni europee – Germania e Svizzera – con numeri leggermente inferiori, poi ancora una nazione sudamericana come il Brasile e infine la Francia a chiudere le prime cinque destinazioni.
Ma gli italiani nel tempo sono arrivati praticamente in ogni angolo abitato del pianeta. Dai più densamente popolati come alcune metropoli degli Stati Uniti, fino a quello che in effetti è l’insediamento umano più remoto del mondo, l’arcipelago Tristan da Cunha in mezzo all’Oceano Atlantico dove due degli otto cognomi presenti sono di origine genovese, “tramandati da due naufraghi di Camogli, approdati nel 1892”.
Queste oltre cinque milioni di persone sono il risultato di emigrazioni diverse sotto tanti aspetti. La storia di chi ha lasciato il nostro Paese per andare a vivere altrove nel mondo è vecchia almeno quanto l’Italia stessa come nazione, e in effetti proprio a partire dagli anni dell’unità – intorno alla fine del XIX secolo – abbiamo a disposizione qualche numero per farci un’idea di dove sono emigrati i nostri connazionali, quando, e quanto spesso.
A far brevissima una storia lunga e complicata, i principali flussi di italiani verso l’estero ci sono stati intanto fra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, quando le persone sono emigrate soprattutto verso il resto dell’Europa (Germania, Francia, Svizzera), ma anche Stati Uniti e Sud America.
Fra la Grande Guerra, il fascismo, e poi il secondo conflitto mondiale i flussi rallentano, per poi tornare a risalire nel secondo dopoguerra diretti in particolare verso l’Europa. Dagli anni ‘70 in avanti gli italiani che emigrano tornano a diminuire, e soltanto negli più recenti – in seguito alla grande crisi economica del 2008 – molte persone sono tornate a cercare miglior fortuna altrove.
Il risultato è un insieme di comunità spesso molto diverse fra loro, a cominciare da quanto tempo i singoli individui hanno ormai passato all’estero: in Belgio per esempio due su tre di queste persone risultano residenti all’estero da lungo tempo, mentre il Regno Unito ha proprio di recente visto l’afflusso di un gruppo ben più giovane.