20 Settembre 2024

Fonte: Sole 24 Ore

L’esecutivo passato alla Camera con 321 sì tenta il bis a Palazzo Madama, dove è probabile una maggioranza relativa. In attesa della legge elettorale


Forte del risultato ottenuto alla Camera, 321 sì alla fiducia, oltre la maggioranza assoluta, Giuseppe Conte nella giornata di martedì 19 gennaio si sottoporrà al voto del Senato, dove il passaggio sarà più delicato ma potrebbe approdare a una maggioranza relativa, intorno ai 152-155 voti. Molti dei possibili interlocutori, sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, hanno infatti deciso di attendere, di rimanere alla finestra, aspettando il tavolo per il patto di legislatura che si aprirà nei prossimi giorni, con il quale il premier immagina di attirare nuovi parlamentari per rafforzare la propria maggioranza, con l’apertura su alcuni dossier, a cominciare da quello sulla legge elettorale proporzionale.

I 321 voti della Camera
Il risultato della Camera, in ogni caso, è incoraggiante. I sì alla fiducia posta dall’esecutivo sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sono stati 321, cinque in più della maggioranza assoluta (a quota 316) e tra questi alcuni ex M5S e la forzista Renata Polverini. I no sono stati 259. Gli astenuti 27. Il premier nel suo intervento in Aula a Montecitorio in 55 minuti ha parlato di una crisi politica «senza fondamento» nel pieno della pandemia Covid. E ha cercato di portare nella maggioranza i «responsabili» per rendere ininfluente l’uscita di Italia viva e chiude al rientro della formazione di Matteo Renzi. Il suo è stato un «grave gesto di irresponsabilità», ha detto. Il Paese, ha scandito, «merita un governo coeso, ora si volta pagina». Il premier ha lanciato un appello alle forze parlamentari «volenterose» («Costruiamo un governo aperto a tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’Italia»), annunciando agli alleati la volontà «di completare il lavoro avviato per un patto di legislatura» e anticipando il rafforzamento della «squadra di governo». E ha aggiunto nella replica: «Dalle scelte che ciascuno in questa ora grave deciderà di compiere dipende il futuro del paese. Siamo chiamati a costruirlo insieme, è un appello trasparente, alla luce del sole, chiaro» di fronte a «un progetto politico ben preciso e articolato che mira a rendere il Paese più moderno e a completare tante riforme e interventi già messi in cantiere».

Al Senato quota 161 lontana
Sui numeri della maggioranza però i conti ancora non tornano. Se alla Camera la fiducia era scontata, la giornata decisiva sarà martedì quando il presidente del Consiglio si presenterà in Senato dove, almeno al momento, la maggioranza assoluta a quota 161 è ancora lontana. A Montecitorio, l’Udc ha annunciato il voto contrario alla fiducia. Mentre tutti i 27 deputati iscritti a Italia Viva alla Camera si sono astenuti, come da indicazioni del gruppo. Da segnalare una defezione in Forza Italia. Renata Polverini, a differenza del suo gruppo, ha votato la fiducia al governo («nella certezza di rispettare, in questo modo, l’impegno politico e morale di servire l’interesse del Paese e non quello di una parte politica»). E ha poi annunciato che lascerà il partito.

Conte: qui a testa alta, operato per il bene della comunità
«Il governo ha operato con massimo scrupolo e attenzione per i delicati bilanciamenti anche costituzionali. Se io oggi posso parlare a nome di tutto il governo a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori ma è per la consapevolezza di chi ha operato con tutte le energie fisiche e psichiche per la comunità nazionale» è stato l’esordio del premier in Aula. Conte ha poi rivendicato il «convinto ancoraggio ai valori costituzionali e la solida vocazione europeista del Paese» dell’esecutivo da lui guidato.

Serve il più ampio consenso di forze volenterose
Per le sfide che attendono l’Italia, ha detto Conte, servono «la massima coesione possibile, il più ampio consenso in Parlamento. Servono un governo e forze parlamentari volenterose, consapevoli della delicatezza dei compiti. Capaci di sfuggire gli egoismi e l’utile personale». La nuova alleanza, ha sottolineato Conte, « può già contare su una solida base di dialogo alimentata da M5s, Pd, Leu, che sta mostrando la saldezza del suo ancoraggio e l’ampiezza del suo respiro. Sarebbe un arricchimento di questa alleanza poter acquisire contributo politico di formazioni che si collocano nella più alta tradizione europeista: liberale, popolare, socialista. Ma chiesto un appoggio limpido e trasparente».

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sulla crisi politica in atto
Conte ha lanciato un appello: «Aiutateci a rimarginare la crisi in atto. Cari cittadini, la fiducia deve essere reciproca, deve essere un qualcosa che si alimenta in maniera biunivoca. Avete offerto una risposta di grande responsabilità, state dimostrando di riporre grande fiducia nelle istituzioni. Confido che con il voto di oggi anche le istituzioni sappiano ripagare questa fiducia» riparando «il grave gesto di irresponsabilità» che ha prodotto questa crisi.

Conte: «Non si può cancellare quanto accaduto»
«Questa crisi ha provocato profondo sgomento nel Paese, rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha fatto salire lo spread ma ancor più perché ha attirato l’attenzione dei media internazionali e delle cancellerie straniere. Diciamolo con franchezza, non si può cancellare quello che è accaduto». Porte sbarrate ai renziani dunque.

Conte: ritrovare ragione nobile politica, non logica potere
Conte ha poi ripercorso la genesi della crisi del suo governo: «Il 13 gennaio in una conferenza stampa sono state confermate le dimissioni delle ministre di Iv. Si è aperta una crisi che deve trovare qui in questa sede il proprio chiarimento in trasparenza del confronto e linearità di azione che hanno caratterizzato il mio mandato». Poi ha sottolineato: «Proprio nei momenti più critici del Paese dobbiamo trovare le ragioni più nobili e alte della politica», come «servizio per i bisogni della comunità nazionale» e non come «logica di potere. Alla società che sta uscendo con difficoltà dalla pandemia non possiamo offrire risposte mediocri. Il governo deve essere all’altezza di questo compito» ha aggiunto.

La proposta di una legge elettorale proporzionale
«Il governo, chiaramente nel rispetto delle determinazioni delle forze parlamentari, si impegnerà a promuovere una riforma elettorale proporzionale, quanto più possibile condivisa, che possa coniugare le ragioni del pluralismo con l’esigenza di assicurare stabilità al sistema politica» ha annunciato Conte. Un segnale lanciato alle forze centriste per convincerle a sostenere la maggioranza dopo l’uscita di Italia viva. Anche se l’Udc per ora chiude la porta e annuncia: «Voteremo compattamente no alla fiducia del Governo Conte bis».

La delega sui servizi e sull’Agricoltura
«Viste le nuove sfide e anche gli impegni internazionali, non intendo mantenere la delega all’Agricoltura se non lo stretto necessario e mi avvarrò anche della facoltà di designare un’autorità delegata per l’intelligence di mia fiducia» ha annunciato Conte. Questo ultimo passaggio sui servizi è stato l’unico applauso (dei 14 complessivi rivolti al premier) condiviso da alcuni deputati di Italia viva.

Zingaretti: bene Conte, ora andiamo avanti per cambiare
«Bene Conte. L’appello ad andare avanti per cambiare. Patto di legislatura, apertura al coinvolgimento del Paese, priorità allo sviluppo per creare lavoro, alla difesa della salute, al rafforzamento del protagonismo europeo a cominciare da Next Generation Eu. Non fermiamoci ora. Dobbiamo ricostruire la fiducia. L’Italia ha diritto alla speranza, c’è una prospettiva da perseguire per il futuro» così il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

Renzi: maggioranza raccogliticcia, grazie a chi resiste
Dopo le comunicazioni del premier dentro Italia viva viene confermata la linea dellpastensione. Matteo Renzi sarebbe intervenuto nella chat dei parlamentari di Iv scrivendo: «Ragazzi, non reagire alle provocazioni: manteniamoci compatti». In mattinata l’ex premier ed ex segretario del Pd aveva scritto nella sua newsletter Enewss: «Piano piano, trasmissione dopo trasmissione, giorno dopo giorno, la verità inizia a venire fuori. Si capisce che il Recovery Plan ancora non va. Cresce la preoccupazione per una maggioranza raccogliticcia e senza respiro. Si avverte come chiediamo da mesi l’esigenza di un progetto Paese». Poi aveva «chi in Italia Viva sta resistendo a ogni forma di pressione».

Risoluzione unitaria del centrodestra: Conte ha fallito
Il centrodestra ha presentato una risoluzione unitaria per respingere le comunicazioni del premier Conte in cui si evidenzia il fallimento del suo governo contro la pandemia sia da un punto di vista sanitario che economico. In serata, dopo un nuovo vertice, Matteo Salvini ha detto che il governo in carica non ha i numeri per una maggioranza solida e che «dopo Conte ci deve essere o un esecutivo di centrodestra oppure il voto».

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