Fonte: Sole 24 Ore
I no sono stati 56. I deputati M5s a votare contro la fiducia sono stati 16, mentre quattro si sono astenuti. Nella sua replica alla Camera il premier ha rilanciato anche sulla necessità di un processo «giusto e di durata ragionevole» nel rispetto della Costituzione
Via libera della Camera alla fiducia al governo Draghi, dopo l’ok del Senato mercoledì. Molto ampia la maggioranza. I sì sono stati 535. I no 56, cinque gli astenuti. I deputati M5s a votare contro la fiducia sono stati 16, mentre quattro si sono astenuti (12 gli assenti). Nella sua replica in serata il premier si è soffermato soprattutto su Pmi e giustizia. Per Draghi nel medio periodo, per la «ripartenza», il tema delle piccole e medie imprese «comporta e incrocia internazionalizzazione, accesso al capitale, investimenti, per rafforzare la nostra manifattura e renderla più competitiva. Bisognerà sostenere l’internazionalizzazione, potenziare il credito imposta per investimenti in ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno e consulenza per la quotazione delle pmi. Dobbiamo estendere il piano di industria 4.0 per favorire e accompagnare le imprese nel processo di transizione tecnologica e sostenibilità ambientale».
Draghi: legalità e la sicurezza sono la base per attrarre investimenti
Non solo. «Un Paese capace di attrarre investitori deve difendersi dai fenomeni corruttivi, lo deve fare comunque. Questi portano a effetti depressivi sul tessuto economico e sulla libera concorrenza». Tanto più che «la legalità e la sicurezza sono la base per attrarre investimenti». Con la postilla: «Molto resta da fare in vista della prevenzione oggi perseguita attraverso meccanismi ancora troppo formali, che finiscono per alimentare più prevenire la corruzione: qui la semplificazione avrebbe una funzione anticorruttiva. La trasparenza della Pa è un presupposto logico perché consente ai cittadini di analizzare ogni azione».
«Durata processi sia ragionevole, in linea con Ue»
Nella replica Draghi ha parlato anche di giustizia. Lo ha fatto dicendo che il governo si impegna a «migliorare la giustizia civile e penale» e sulla necessità di «un processo giusto e di durata ragionevole in linea con la durata degli altri Paesi europei». Né dovrà essere trascurata «la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri, spesso sovraffollate, esposte a rischio e paura del contagio e particolarmente colpite dalla funzione necessarie a contrastare la diffusione del virus». Sulla criminalità, «è vero che i dati quantitativi sono andati migliorando negli ultimi anni ma la percezione che ne hanno i cittadini no. E deve essere la percezione a guidare e a stimolare l’azione sempre più efficaci».
Nuovo endorsement di Grillo a Draghi
Intanto, malgrado l’annuncio dell’espulsione dal Movimento Cinque Stelle dei 15 senatori che ieri non hanno votato la fiducia al governo guidato da Mario Draghi, il dissenso non si è fermato in casa M5s. I deputati che hanno votato contro sono stati 16, mentre quattro si sono astenuti. In dodici non hanno risposto alla votazione. E tutto questo malgrado a “rinforzare” la linea ufficiale di sostegno all’esecutivo sia sceso in campo ancora il garante del M5s Beppe Grillo. Il comico genovese, in un post sul suo blog, facendo un parallelo con il nome della sonda che stasera atterra su Marte ha scritto: «Oggi, alle 21:55 la sonda Perseverance atterrerà su Marte. Alla stessa ora, la Perseveranza atterrerà su un altro Pianeta. La Terra. Più precisamente alla Camera dei deputati. I Grillini non sono più marziani. I Grillini non sono più marziani». Parole che suonano come una nuova presa di posizione a favore del premier.
Espulsi M5s a lavoro per un nuovo gruppo
E tra gli ormai ex M5s al Senato, se c’è chi ha già annunciato che presenterà ricorso contro l’espulsione, altri come Mattia Crucioli fanno sapere di essere al lavoro per la formazione di un gruppo. Ospite del programma radiofonico un Giorno da Pecora, il senatore conferma non solo di pensare ad un nuovo contenitore con gli altri ex pentastellati, ma di essere già al lavoro sul nome: «Tecnicamente siamo nel Misto ora, ma io – spiega – voglio fare una opposizione seria». L’eventuale nascita di un gruppo di ex M5s all’opposizione non lascerebbe più solo a Fratelli d’Italia il primato di essere l’unico partito “contro” il governo. E lavorare in questa direzione sembra essere Alessandro Di Battista, che su Facebook chiama a raccolta i suoi simpatizzanti. E scrive: «Ci sono cose da dire. Scelte politiche da difendere. Domande a cui rispondere ed una sana e robusta opposizione da costruire. Ci vediamo sabato alle 18.00 con #DiBattistaLive su Instagram. Coraggio!».