20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Alberto Custodero

In mattinata l’appello di Conte alla Lega: “Con l’emendamento su codice appalti si crea caos”. Poi la fumata bianca nella trattativa: la sospensione riguarderà alcuni punti del codice, ma saranno garantite le soglie in vigore per i subappalti. Il Pd attacca: “Non c’è traccia di un testo”. ll ministro dell’Interno sull’Ue: “Voglio starci, ma non con il cappello in mano”

Dopo i richiami di ieri ai suoi due vice, il premier Giuseppe Conte incalza Matteo Salvini sul decreto sblocca cantieri. E alla fine – dopo ore di trattative tra Lega e M5S – arriva la fumata bianca con un compromesso sul Codice degli appalti: ci sarà uno stop parziale alle norme. Sul decreto crescita, altro provvedimento oggetto di contrasti tra i due alleati, il governo sta valutando l’ipotesi della fiducia.

Sospesi alcuni punti del Codice
Il presidente del Consiglio in mattinata aveva lanciato un appello alla Lega: “Il tempo è poco, mi raccomando. Il super-emendamento che rimette in discussione tutto un impianto cui abbiamo lavorato per mesi con gli amici della Lega raccogliendo tutte le istanze degli operatori e stake-holder rischia di creare un caos”. All’ora di pranzo, l’annuncio dell’intesa. In un primo momento arrivano versioni contraddittorie.  Fonti della Lega sostengono che lo stop al Codice degli appalti per due anni – chiesto con instistenza da Salvini – resterà. Mentre fonti M5S dicono: “Nessuna sospensione”. Poi arriva la versione dei due capigruppo al Senato, Romeo e Patuanelli “Dopo esserci confrontati anche con i relatori, proporremo al Senato quanto già concordato in sede di commissione, vale a dire un emendamento che prevede la sospensione di alcuni punti rilevanti del codice degli appalti per due anni, in attesa di una nuova definizione delle regole per liberare da inutile burocrazia le imprese”. E precisano: “In particolare saranno garantite le soglie già in vigore per i subappalti e salvaguardati gli obblighi di sicurezza per le imprese”. Ma il  presidente dei senatori dem, Andrea Marcucci, attacca: “Cercano di allentare le maglie dei controlli”. Mentre Dario Stefano – vicepresidente dei senatori dem e Alan Ferrari, segretario d’aula – dicono: “Il viceministro Garavaglia si rifiuta di dare conto della soluzione trovata all’impasse e non c’è traccia di un testo sul quale la commissione si possa esprimere”.  Il provvedimento dovrebbe arrivare domani in aula al Senato. Ma intanto la commissione Bilancio è stata riaggiornata alle 8.30.

Il superemendamento <
Il compromesso sul quale hanno trovato un’intesa M5s e Lega è stato inserito in un superemendamento. Accoglie alcune delle novità già approvate dalla commissione, tra le quali la soglia al 40% del possibile ricorso al subappalto e le modalità, fissate a più scaglioni, per l’affidamento dei lavori senza gare ma con diverse procedure negoziali. L’emendamento, che è composto da oltre 14 pagine ricche di rimandi e di correzioni all’emendamento originario, prevede che alcune norme siano valide solo per il 2019 e il 2020 fino ad una riforma del codice degli appalti.

La telefonata Di Maio-Salvini
L’appello del premier comunque sembra essere stato raccolto anche a giudicare dalla telefonata avvenuta in mattinata tra i due vicepremier, in un clima definito “positivo”. E’ stato Di Maio a prendere l’iniziativa. Una telefonata, la sua, attesa dal responsabile del Viminale per seppellire l’ascia di guerra. Nonostante le difficoltà, lo scambio tra i due avrebbe ora riportato un po’ di sereno. E non è escluso, a questo punto, che un incontro potrebbe tenersi a breve, forse già domani. Di Maio più tardi è salito al Quirinale per rassicurare il presidente della Repubblica sulle intenzioni dei cinque stelle e sulla tenuta dell’esecutivo.E Conte si dice soddisfatto. Il presidente del Consiglio ha valutato “positivamente il fatto che dopo la sua conferenza stampa di ieri i leader delle due forze di maggioranza siano tornati a parlarsi”.
La mattinata si era invece aperta con un Salvini piuttosto minaccioso, che diceva: “Se tra 15 giorni ci ritroviamo con gli stessi ritardi, rinvii, allora è un problema. Entro oggi pomeriggio c’è l’accordo, in Italia si torna a lavorare, a scavare”. E in effetti, una svolta sembra esserci stata.
A fine giornata, arriva anche la dichiarazione di Di Maio sulla soluzione trovata per lo Sblocca-cantieri. “Sono contento che non ci sia stato un intervento di sospensione sulle norme di sicurezza sul lavoro perché dobbiamo fare di più sul tema e non togliere garanzie”, ha detto.

Decreto crescita verso la fiducia
Il governo intanto potrebbe porre la questione di fiducia sul decreto crescita. “Potrebbe esserci questa ipotesi”, ha confermato la presidente della commissione Finanze della Camera, Carla Ruocco, sottolineando che “la discussione in commissione è stata abbastanza ampia ed esauriente, dando spazio alle opposizioni e accantonando istanze che rientreranno”.
I tempi sono stretti, il decreto, in scadenza il 29 giugno, sarebbe dovuto approdare in Aula domani pomeriggio ma è probabile un ulteriore rinvio di 24 ore. Ma intanto – sulla scia dell’intesa sullo Sblocca-cantieri – sembra emergere una possibilità di accordo anche sul Salva-Roma. Sarebbe stata accolta la proposta della Lega di mettere insieme i problemi di tutti i Comuni in difficoltà. Verrebbe dunque riformulata, accogliendo anche le richieste delle opposizioni, la norma sul debito storico della Capitale che aveva portato ad addossare sostanzialmente tutto il debito miliardario ante 2008 al Campidoglio e non allo Stato. Critiche dal Pd. “La discussione sul decreto comincerà solo giovedì alle 18. Parlamento bloccato, poi venerdì la fiducia per zittire gli incerti”, dice Emanuele Fiano del Pd.

Tensioni su autonomia e vincoli Ue
Nella giornata di pax gialloverde, due segnali di tensione. Salvini è tornato in pressing sull’autonomia. “È  nel contratto di Governo, ne ho parlato con il presidente del Consiglio, con lo stesso Di Maio, quello che c’è nei patti e che fa bene all’Italia si fa. L’autonomia fa bene all’Italia soprattutto al Centro e al Sud”. Dal sottosegretario agli Affari regionali, il 5Stelle Stefano Buffagni, è arrivata una frenata: “Il Movimento è un argine a qualsiasi divisione. Non tollereremo una scuola di seria A e una scuola di serie B così come per il riparto dei fondi sanitari”.
E sempre Salvini torna a fare la voce grossa sui parametri Ue, in contrasto con quella linea di dialogo che ieri il premier aveva voluto indicare: “Voglio continuare orgogliosamente ad essere parte di questa dell’Unione europea – ha detto il leader della Lega – ma senza più il cappello in mano usando per gli italiani i soldi degli italiani”.

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