25 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Enrico Franceschini

La premier britannica giustifica la decisione con la necessità di “garantire certezza e stabilità al Paese negli anni a venire”. E insiste: “Su Brexit determinati ad andare fino in fondo”

La Brexit spinge la Gran Bretagna a indire elezioni anticipate. Theresa May invita i cittadini britannici ad andare alle urne l’8 giugno prossimo, per ottenere il mandato necessario a negoziare l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea sancita dal referendum popolare del giugno scorso. “Avevo sempre detto che ero contraria a elezioni anticipate”, dice la premier conservatrice in un annuncio a sorpresa davanti al numero 10 di Downing Street, “ma ho cambiato idea con riluttanza”. E a fargliela cambiare, spiega, è stata “l’opposizione degli altri partiti”, labuisti, liberal-democratici e nazionalisti scozzesi, oltre che dei “membri non eletti dal popolo della camera dei Lord”, che hanno promesso di porre limiti e ostacoli al tipo di Brexit che il governo vuole ottenere nella trattativa con la Ue. “E io non intendo permettere ai miei avversari di indebolire la Brexit”, dice May.
Ma c’è sicuramente anche un’altra ragione nella decisione del primo ministro: un sondaggio reso noto alla vigilia della Pasqua assegna ai Tories ben 21 punti percentuali di vantaggio sul Labour, 44 a 23 per cento, il distacco più grande dell’ultimo decennio. Theresa May ha dunque l’opportunità di aumentare considerevolmente la maggioranza alla camera dei Comuni di appena 12 seggi conquistata dal suo predecessore David Cameron nelle elezioni di due anni fa: secondo le proiezioni degli esperti, i conservatori potrebbero ora vincere una maggioranza di un centinaio di seggi, in virtù della quale ogni battaglia parlamentare sulla Brexit sarebbe vinta senza difficoltà. “La premier si è resa conto che non avrà mai una possibilità migliore di questa per sbaragliare i suoi avversari alle urne”, è il primo commento della Bbc.
Naturalmente le elezioni sono sempre un rischio e i sondaggi si sono spesso rivelati erronei nelle ultime sfide elettorali, in Gran Bretagna e altrove. “È l’occasione per chi ha dei ripensamenti sul referendum su votare in modo diverso e dare un’altra chance al nostro Paese”, afferma Tim Farron, leader dei lib-dem, il partito che più si batte oggi contro la Brexit. Lo stesso Jeremy Corbyn, contestatissimo leader del Labour, si è detto pronto nei giorni scorsi ad affrontare i conservatori alle elezioni e fiducioso di poter prevalere a dispetto dei sondaggi negativi.
Domani Theresa May presenterà la sua proposta di elezioni anticipate al Parlamento: serve una maggioranza di due terzi dei membri della camera dei Comuni perché sia approvata. Dunque non basteranno soltanto i voti dei conservatori. Ma sarebbe difficile per i laburisti opporsi alle elezioni: verrebbero accusati di avere paura di perdere. Si prospetta così un anno di votazioni in Europa: prima in Francia, poi in Gran Bretagna, quindi in Germania. Chissà se la Brexit, quando le elezioni saranno terminate, avrà un futuro differente.

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