Fonte: Corriere della Sera

di Stefano Agnoli

Dobbiamo evitare di cadere nella trappola della scelta tra il lavoro e il pane oggi e l’ambiente (forse) domani


In questi giorni tra le conseguenze secondarie della pandemia si registra anche il forte calo dei consumi di energia — di elettricità e combustibili come benzina e gasolio — e di conseguenza delle emissioni di gas serra e di inquinanti vari. Si osservano, grazie alle immagini che arrivano dai social ma non solo, le differenze tra lo stato «di prima» delle nostre città e quello attuale. C’è addirittura chi vorrebbe che la marcia indietro delle attività produttive e il cambiamento degli stili di vita diventasse permanente. Una rivoluzione, si dice. Ma la questione, e la sfida vera, è invece opposta. Continuare a crescere e a produrre da una parte ma contemporaneamente preservare la salute ambientale delle città e dell’intero pianeta. Prima della pandemia e dopo di essa il problema è sempre lo stesso: disaccoppiare lo sviluppo economico e sociale dalle emissioni inquinanti e dai gas serra. Queste ultime devono scendere, e azzerarsi, anche se il primo sale.
In poche settimane di lockdown il prezzo della CO2 è sceso del 50%. Quello del petrolio e del carbone del 40%. Significa che quando si tornerà a produrre — quando la fase 2 partirà nelle principali economie — sarà indifferente farlo in modo inquinante o meno. Per non cadere nella trappola della scelta tra il lavoro e il pane oggi e l’ambiente (forse) domani, la sfida nella sfida diventa allora approfittare delle necessità attuali per fare della green economy un veicolo di ripresa. Di tecnologie, e di investimenti da attrarre (magari con condizioni di vantaggio, cosa su cui il governo potrebbe esercitarsi) e non solo di stili di vita individuali. Certo, facile a dirsi, e le condizioni politiche al contorno (un presidente Usa che non riconosce il climate changee una Cina che si presume desiderosa di riprendersi in fretta il terreno perduto) non sono favorevoli. Ma se servono idee, e se ci si vuole porre obiettivi ambiziosi, eccone uno bell’e pronto.

A.N.D.E.
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