22 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

poli

Il leader Fi: “Beppe è un assassino, prendeva soldi in nero e fa il moralista”. Il capo del Movimento 5 Stelle: “È un pover’uomo. Al voto con il Porcellum”

ROMA

Domenica si gioca un «derby», dice Matteo Renzi. «O noi o loro», concorda Beppe Grillo. Il voto per le europee e le amministrative sarà una scelta di campo tra due proposte inconciliabili. Da un lato, secondo il leader del Pd, «chi evoca terrore», dall’altro chi «prova a cambiare». Da un lato la vecchia politica, sostiene invece il capo dei 5 Stelle, dall’altro «le persone perbene».

 

Un derby, in ogni caso. Tra due contendenti, Renzi e Grillo. Con Silvio Berlusconi costretto a inseguire. E attaccare, senza esclusione di colpi: l’ex comico, sibila il leader di FI, «è un assassino». Lui, replica lapidario Grillo, «è un pover’uomo».

 

Si vota in tutta Italia per le europee, questa domenica. Un voto delicato come non mai per il Vecchio continente, «attraversato da pulsioni e populismi che – avverte il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – mettono in discussione struttura e obiettivi della costruzione comune». Ma Grillo, che populista si definisce con fierezza, vuol declinare il risultato in chiave tutta interna. È un voto «politico» e «Renzi – assicura – ha capito di aver perso». Per il premier sono «gli ultimi giorni di Pompei», provoca il leader M5S, che punta a un bis delle politiche 2013 per poi provare a terremotare governo e Colle: «Andrò sotto il Quirinale» a protestare contro un presidente «delegittimato», ribadisce. Ma il commento di Napolitano è tranchant: «C’è libertà di parola». Pungente quello di Renzi: «Gli fa una serenata? Altro non può».

 

Non intende farsi trascinare nella rissa, il presidente del Consiglio. Auspica un voto «sulle europee» e si dice sicuro che vincerà il suo Pd: gli italiani preferiranno chi «si mette in gioco e prova a cambiare le cose» governando, a chi «usa un linguaggio di morte» per instillare «disperazione». Ed è perciò su questo piano che il segretario intende continuare ad attaccare Grillo, suo vero avversario, in una sfida in cui ogni singolo voto conta. Un Pd «forte», riconosce Renzi, può «cambiare le cose in Europa» e «rivoltare l’Italia come un calzino». Nonché, ammette Graziano Delrio, «incidere sulle riforme». Ma, avverte il premier, domenica ci si gioca la «credibilità» in Ue, non il Paese: tanto Grillo quanto Berlusconi «devono sapere» che «il giorno dopo le elezioni non cambia il governo» o l’inquilino del Quirinale.

 

Per ciascuno dei contendenti quella del 25 maggio sarà in ogni caso una partita cruciale. Anche per Berlusconi, che si ritrova per la prima volta terzo, a inseguire. E lancia raffiche di accuse contro l’avversario Grillo: «Con colpa ha ucciso 3 amici» in un incidente stradale, arriva a scandire davanti alle telecamere. «È condannato per omicidio plurimo colposo, pregiudicato e assassino e ha scampato la prigione». Senza considerare che «non faceva spettacolo se non era pagato in nero» e ora, con toni da «Hitler», guida un elettorato che cerca «vendetta e sangue». Un ritratto che però Grillo quasi snobba, assestando poche parole, lapidarie: l’ex Cav, afferma, è un «pover’uomo che non crede più in quello che dice» e «zampetta da una tv all’altra per salvare le sue aziende, non gli elettori».

 

«Sono andati tutti fuori di testa, dicono cose folli», osserva Angelino Alfano, che vede nell’elettorato moderato uno «spazio enorme» per il Nuovo centrodestra. Ma per Ncd, in bilico sulla soglia di sbarramento, arriva un preoccupante colpo dall’arresto di Paolo Romano, presidente del Consiglio regionale della Campania e candidato nelle liste Ncd alle europee. Una misura che, osserva il ministro dell’Interno, sarebbe stato meglio arrivasse prima delle candidature o dopo il voto, per non generare «nell’opinione pubblica il sospetto di un intervento a tre giorni dal voto».

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