8 Settembre 2024
SPECIALE ELEZIONI EUROPEE
Fonte: La Stampa
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Il leader dei Cinque Stelle vola a Bruxelles e incontra il numero uno dell’Ukip. Salvini firma l’accordo con la Le Pen. Resta il rebus gruppi all’Europarlamento: per crearne uno servono almeno 25 deputati di sette Paesi diversi. M5S al bivio

BRUXELLES

È il giorno dell’orgoglio euroscettico a Bruxelles. Delle grandi manovre per costruire i gruppi nel prossimo Parlamento europeo. E dello sbarco a sorpresa di Beppe Grillo per un blitz nella capitale europea. Il leader pentastellato incontra Nigel Farage a pranzo in un ristorante del centro. negli stessi minuti, poco distante, Marine Le Pen stringe le alleanze anti-euro ed anti-immigrazione con la Lega di Matteo Salvini, il Pvv dello xenofobo olandese Geert Wilders, l’Fpo austriaco che fu di Georg Haider ed ora è guidato da Heinz-Christian Strache e con i nazionalisti fiamminghi del Vlaams Belang.

 

Le Pen e Farage, i leader del Front National e dell’Ukip che hanno terremotato Francia e Regno Unito, divisi da insanabile incompatibilità, sono in lotta. Si contendono gli europarlamentari per costruire due gruppi euroscettici, diversi nei leader ma uniti nell’obiettivo di «far paura» all’Europa, agli eurocrati, al «partito unico».

 

Grillo arriva a Bruxelles alle 10.40 con un volo da Malpensa, dopo che ieri sera un emissario di Farage si era incontrato con Casaleggio. Rientra in Italia alle 15.30. «Stiamo solo sondando», dice al rientro in Italia. «Ci incontreremo ancora nelle prossime settimane», scrive poi sul blog, dove posta un link al comunicato stampa di Farage sull’incontro: «Se riusciamo a trovare un accordo, potremmo divertirci a causare un sacco di guai a Bruxelles», scrive l’inglese, che poi attribuisce al leader M5S la frase: «Siamo Ribelli con una causa e combatteremo con il sorriso». Le elezioni europee, dice un Grillo di nuovo pimpante, non sono state una «sconfitta storica» ma un’«affermazione». Nessuna Waterloo, nessuna Caporetto: dunque non è il caso di «autoflagellarsi». La rivincita del M5s è alle porte: «è solo una questione di tempo». Intanto, dice il leader pentastellato, «siamo la prima forza di opposizione in Italia, in attesa di diventare forza di governo». Una forza che ha dalla sua «la maggioranza relativa degli italiani che hanno tra 18 e 29 anni» e che è «qui per restare e per contare in Europa».

 

Mentre Grillo rientra a Milano, nella sala stampa del Parlamento europeo strapiena va in scena l’orgoglio euroscettico di Marine Le Pen, che in minigonna nera presenta i suoi alleati: Wilders alla sua sinistra, Harald Vilimski in rappresentanza dello Fpo alla sua destra, poi Gerolf Annemans per i fiamminghi e Matteo Salvini. Che polemizza con Pacifici («fa politica»), si dice a favore di tutti i referendum, «dei veneti come degli ucraini», e definisce l’alleanza come «prima forza seria contro l’inciucione» tra democristiani e socialisti europei. Gli alleati della Le Pen in sala sono solo quattro, ne serviranno almeno altri due per arrivare entro la data limite del 24 giugno al minimo di 7 diverse nazionalità necessarie per poter formare un gruppo nell’Eurocamera, condizione indispensabile per avere un qualsiasi peso nei lavori. Ma Marine si dice sicura che l’obiettivo sarà centrato. «Non siamo affatto preoccupati, vedete le nostre facce sorridenti?». Parla della sua «formidabile vittoria», arrivata nonostante i tentativi «della stampa e degli altri politici di dividerci». Promette che «bloccheremo ogni tentativo di maggiore integrazione europea». Dice che la base comune tra i 5 è il nazionalismo, la rivendicazione del diritto alla sovranità: quindi niente più Schengen, stop all’immigrazione, stop all’euro. Elenca i `grandi numeri´ del suo trionfo, poi esagera: «La vittoria ha già una conseguenza: che il Consiglio ha fatto una riunione d’emergenza perché ha paura del popolo». Ma il vertice informale dei leader di ieri sera era stato convocato il 30 gennaio

 

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